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L'intervento del segretario provinciale della Filt Cgil Fabio Quaretti.

8 marzo 2019.CNA: “Nonostante ostacoli e difficoltà le imprese al femminile hanno una marcia in più”

Le donne sono una componente sempre più dinamica della società e dell’economia italiana. E nella propensione all’imprenditorialità procedono con maggior scioltezza degli uomini, nonostante le tante difficoltà patite quotidianamente. Lo sottolinea l’indagine su “L’imprenditoria femminile in Italia”, condotta dal Centro studi CNA.

“Da anni come CID portiamo avanti una campagna di promozione per una maggiore presenza di figure femminili a livello apicale sia nelle imprese che nelle istituzioni e nei ruoli di responsabilità e impegno-.Commenta Cristina Poletti Presidente Comitato Impresa Donna Cna La Spezia -. Tuttavia, tanto è ancora da fare per sostenere il lavoro femminile sia nelle posizioni di vertice sia in quelle subordinate. Parliamo per esempio della necessità di una uguaglianza salariale che dovrebbe essere promossa a prescindere dalle diversità di bandiera in quanto principio moralmente giusto. Inoltre, riteniamo sia utile impegnarsi per scardinare pregiudizi di genere legati al mondo del lavoro perché non esiste una professione maschile e una femminile. Sempre di più i settori si aprono all’occupazione in rosa per capacità  e competenza, la differenza è data dal risultato e in questo non incide la diversità di genere”.

Tre milioni gli incarichi al femminile nelle imprese

Lo studio rileva che, nel nostro Paese, sfiorano ormai i tre milioni gli incarichi  di vertice affidati a donne. Per la precisione, sono 2.827.515, il 26,7% del totale nazionale. Disaggregando questo dato complessivo, emerge che i ruoli di amministratore ammontano a 1.124.799, a 840.889 quelli di titolare d’impresa, a 620.572 quelli di socie e a 241.418 le altre cariche.

Donne in crescita spinta

Tra il 2017 e il 2018 i ruoli apicali tenuti dalle donne sono cresciuti dell’1%, più di quanto hanno fatto i colleghi maschi: nel loro caso, infatti, l’incremento si è fermato allo 0,4%. Tra le diverse tipologie di ruolo è rilevante l’exploit degli amministratori donne, che hanno surclassato i colleghi: la loro crescita l’anno scorso è stata del 3,1% contro il +1,7% della componente maschile.

Sanità e assistenza sociale sempre più “rosa”

I settori nei quali l’incidenza femminile è aumentata in maniera più marcata sono le attività sanitarie e di assistenza sociale (+9,9%), l’istruzione (+6,1%), le attività legate alla fornitura di energia elettrica, gas e aria condizionata (+5,6%), le attività di trasporto e magazzinaggio (+4,5%) e quelle di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+4,2%). 

Le lavoratrici indipendenti

L’indagine del Centro studi CNA ha spaziato naturalmente anche tra le lavoratrici indipendenti.  In totale sono 1,4 milioni, pari al 14,6% dell’occupazione complessiva nel nostro Paese.  

Un aspetto da rilevare è che per molte donne italiane, a differenza degli uomini,  operare sul mercato del lavoro come lavoratrici indipendenti risulta una opzione non semplice e, talvolta, obbligata. 

Quando viene richiesto quali siano state le motivazioni che hanno portato a intraprendere la via del lavoro indipendente, il 12,5% delle donne intervistate indica l’impossibilità di trovare un lavoro dipendente e l’8,1% la volontà di disporre di orari flessibili per coniugare al meglio casa e lavoro. 

Per gli uomini questi valori risultano più bassi (rispettivamente 9,5% e 7,4%). Inoltre la scelta di diventare indipendenti appare per gli uomini molto meno problematica, basti dire che il 26,1% di essi ha abbracciato il lavoro indipendente avendo l’opportunità di subentrare nell’attività imprenditoriale mentre tra le donne questa motivazione è indicata meno frequentemente (19,8%).

Atro fattore interessante è che in Italia le lavoratrici indipendenti tendono a lamentarsi meno dei loro colleghi maschi, nonostante che appena il 12,2% delle lavoratrici indipendenti dichiari di non incontrare particolari problemi nell’attività quotidiana. Una quota superiore solo a quella della Grecia.

I fattori di ostacolo

Tanti sono i fattori di ostacolo. Tra questi vi è ovviamente la difficoltà di conciliare gli impegni famigliari con la vita professionale e il persistere di opportunità di guadagno economico non soddisfacenti se considerate sia in termini assoluti che rispetto a quelle maschili. Spesso burocrazia e difficoltà di conciliazione sono le cause di discontinuità lavorativa, che si aggiungono a problemi economici legati a pagamenti mancati o in ritardo e ad una fragilità economica diffusa.

Tuttavia, nonostante abbiano di fronte ostacoli ogni giorno, le lavoratrici indipendenti italiane esprimono un grado di attaccamento alla loro attività tra i più alti d’Europa dichiarandosi soddisfatte della propria attività per il 52% del totale, a testimonianza del desiderio naturale e profondo  di autonomia ed emancipazione ormai ingenerato dalla parità di accesso agli studi. Una percentuale seconda in Europa solo al Regno Unito, dove però il gender gap risulta essere molto più ridotto. 

Per il secondo anno consecutivo parte dalla Spezia il primo di sei focus previsti da CNA Produzione per raccogliere le istanze e le aspettative delle realtà che compongono la filiera nautica. Piccole e medie imprese si sono ritrovate ad una tavola rotonda insieme ai referenti nazionali e del centro studi CNA per definire suggerimenti e proposte utili per arrivare alla stesura del VII rapporto della nautica. All’incontro, che si è svolto nella sala giunta della Camera di Commercio delle Riviere di Liguria alla Spezia, ognuno ha portato le proprie esperienze e problematiche. Al tavolo ha partecipato un campione delle realtà che operano nel campo dei servizi connessi alla nautica: Scaforimessa Mimosa, San Giorgio Boats, Top Yacht, Hope, Porto di Portovenere, Nautica Ponte Magra, Antica Compagnia della Vela, Settemari Yacht, Marina Colombiera e Blue Service di Sanremo.

I focus group hanno come obiettivo di realizzare una fotografia del settore e delle sue prospettive future al fine di valorizzare il comparto. Le informazioni raccolte saranno contenute all’interno del prossimo Rapporto di Ricerca. All’incontro erano presenti: Simonetta Faggioni, Presidente CNA Nautica La Spezia, Giuliana Vatteroni, referente sindacale per la nautica di CNA La Spezia, Alessandro Battaglia, coordinatore nazionale Cna Produzione, Leonardo Bianchi del centro studio CNA e il ricercatore Fabio Piacenti di Euroses che hanno registrato le testimonianze e le proposte degli imprenditori. Al centro del Focus l’analisi della domanda effettiva e potenziale elle PMI della filiera della nautica da diporto che svolgono attività legate ai servizi (porticcioli, darsene, rimessaggi, servizi all’armatore, nolo, patenti, commercio, ecc.), ovvero la cui clientela è prevalentemente rappresentata dagli armatori o da “consumatori finali” come i turisti. Particolare attenzione all’interno dell’incontro è stata prestata al contesto territoriale e regolativo in cui opera l’impresa e, più in generale, al quadro normativo, ed alla sua capacità di condizionare la formazione e lo sviluppo di “nuova domanda”.

“Questo è il primo di una serie di appuntamenti che si svolgeranno in altre regioni italiani dove raccoglieremo il punto di vista degli imprenditori dei servizi legati alla nautica -. Ha commentato Alessandro Battaglia coordinatore nazionale Cna produzione -. Il 2018 è stato l’anno zero per la definitiva uscita da una lunga crisi del settore, vogliamo capire se il 2019 è sentito come un nuovo rinascimento per il comparto. Il campione di imprese spezzine che abbiamo incontrato testimonia la presenza di un tessuto imprenditoriale molta attivo e in grado di dare un contributo fattivo alla nostra ricerca”.

Nel 2018 sono aumentate anche quelle guidate da giovani.

Grande partecipazione da parte delle imprese della cantieristica nautica all’incontro organizzato dalla Cna della Spezia con l’assessore regionale all'Ambiente Giacomo Giampedrone e la vicedirettrice del settore Ambiente della Regione Cecilia Brescianini per approfondire le disposizioni previste dalla nuova normativa regionale per la verniciatura nei cantieri. Al confronto con i titolari di impresa hanno partecipato anche la senatrice Stefania Pucciarelli e l'onorevole Manuela Gagliardi, promotrici del provvedimento regionale in sede ministeriale.

 

Regione Liguria per prima in Italia ha infatti definito con una norma regionale l’attività di verniciatura nei cantieri navali di piccole dimensioni, che si occupano prevalentemente di rimessaggio, allestimento e manutenzione delle imbarcazioni da diporto. Un’iniziativa attesa, nata a seguito del confronto con le associazioni di categoria, che fa della Liguria una regione pilota per la disciplina nazionale. L’autorizzazione permette alle piccole imprese artigiane o ditte individuali, che formano l’ossatura della cantieristica regionale e che non hanno come attività prevalente la verniciatura, di poter verniciare a pennello o a rullo senza incorrere in ammende e rispettando tutti i parametri ambientali. Prima di questa delibera la disciplina non era regolamentata in nessun modo, rendendo di fatto illegali tali attività.

La presidente Cna La Spezia Federica Maggiani ha aperto i lavori ringraziando i partecipanti per l’ascolto dimostrato delle esigenze delle imprese e del lavoro svolto per arrivare alla definizione della normativa.

 “A seguito di un grande lavoro di condivisione con le realtà produttive e con il Ministero con questa norma veniamo incontro alle richieste del territorio, - ha spiegato l’assessore regionale Giampedrone -. Le piccole e medie imprese della cantieristica nautica rappresentano un unicum per la Liguria. Abbiamo oggi una definizione d’azione per le imprese con dei limiti chiari, in modo tale da evitare problemi e sanzioni così elevate che rischiavano anche di mettere in discussione le attività stesse”.

“Cna ha rappresentato in maniera corretta una sentita problematica delle imprese di settore e ha collaborato operativamente con la Regione per trovare una soluzione. Quanto è stato realizzato è un esempio di buona pratica” ha commentato l’onorevole Gagliardi. “Abbiamo realizzato un lavoro di squadra che ha portato dei risultati, ora vanno affrontate le eventuali problematiche che derivano dall’applicazione del provvedimento” ha aggiunto la senatrice Pucciarelli che ha portato la norma all’attenzione del sottosegretario per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare Vannia Gava.

“Abbiamo rilevato la carenza di una normativa adatta e sanzioni molto elevate per gli eventuali trasgressori. Ci siamo mossi su un terreno minato in cui abbiamo costruito questo regolamento tecnico” ha precisato la vicedirettrice del settore ambiente Brescianini per poi passare all’illustrazione dettagliata del provvedimento.

La delibera fissa tre range di compatibilità ambientale da rispettare, basati sulla quantità di composti organici volatili (COV, componenti delle vernici) utilizzabili: non sarà così possibile utilizzare più di 2500 kg di COV annui e 12 Kg giornalieri; in aree in cui i cantieri sono concentrati viene definito in 1000 Kg di COV annui il limite per ogni zona da 10mila mq. Altri limiti definiscono la distanza dalle abitazioni e la sospensione delle attività durante le giornate di forte vento. Con l’approvazione dell’Autorizzazione generale, è compito della singola impresa avanzare la domanda di autorizzazione al Comune competente, che ha 45 giorni per la risposta con la regola del silenzio-assenso. La maggiore criticità rappresentata dalle imprese è relativa alla distanza minima di 200 metri dalle civili abitazioni per poter rientrare tra i richiedenti della nuova autorizzazione generale. Dal confronto è emerso che è possibile effettuare la misurazione dall'effettivo punto in cui si svolgono le operazioni di verniciatura e non dal perimetro dell'azienda e si potrebbe ridurre la distanza minima prevista.

Cna La Spezia si è impegnata a raccogliere le osservazioni da parte delle imprese che verranno analizzate nel corso delle prossime due settimane da parte del settore Ambiente della Regione.

Studio Legale Dallara

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