In data 19 febbraio 2019 il Consiglio di Amministrazione di Crédit Agricole Carispezia SpA, presieduto da Andrea Corradino, ha approvato i risultati economici e finanziari del bilancio 2018.
Questi, in sintesi, i principali indicatori di chiusura della banca al 31 dicembre 2018:
Dati economici
• Utile Netto pari a 35 milioni (+17% a/a)
• Proventi Operativi Netti a 156 milioni (+2% a/a)
• Oneri Operativi a 94 milioni (+3% a/a)
• Risultato Gestione Operativa a 62 milioni (in linea a/a)
• Costo del credito a 11 milioni (-32% a/a)
Stato patrimoniale
• Crediti a Clientela pari a 2,8 miliardi (+6% vs dic ‘17)
• Raccolta diretta da Clientela pari a 3,4 miliardi (-2% vs dic ’17)
• Raccolta gestita a 2,8 miliardi (+5% vs dic ’17)
Ratio
• Cost/Income ratio a 58,6% 2
• ROE al 16,6%
Variazione impieghi clientela esclusi titoli a costo ammortizzato rispetto al dato pro-forma IFRS 9 al 01.01.2018.
2 C/I gestionale al netto dei contributi ordinari e straordinari a supporto del sistema bancario
Crédit Agricole Carispezia conferma la sua capacità reddituale conseguendo, nell’esercizio 2018, un risultato netto di 35 milioni di euro (+17% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Sulla base di tale risultato il ROE si posiziona al 16,6% e, conferma di un ottimo livello di efficienza, il cost/income gestionale (al netto dei contributi ordinari e straordinari a supporto del sistema bancario) al 58,6%.
I proventi operativi di CA Carispezia nel 2018 si attestano a 156 milioni di euro, evidenziando una crescita del +2% anno su anno.
Gli interessi netti, registrano una crescita del +1% verso dicembre 2017 grazie all’incremento degli interessi da clientela che, beneficiando della dinamica positiva dei volumi d’impiego, più che compensano il minor apporto della componente finanziaria.
Le commissioni nette ammontano a 77 milioni di euro e risultano in crescita del 3% rispetto a dicembre 2017. L’incremento si evidenzia sia nelle commissioni legate all’attività bancaria tradizionale, sia in quelle derivanti dall’attività di gestione e collocamento di prodotti finanziari. Rilevante l’apporto derivante da collaborazioni e sinergie con le società del Gruppo Crédit Agricole (CA Assicurazioni, CA Vita, Agos) che consentono l’offerta di un’ampia ed integrata gamma di prodotti e soluzioni innovative.
Gli oneri operativi pari a 94 milioni di euro risultano in crescita di circa 3 milioni di euro (+3%) rispetto al 2017. Il dato include le crescite per investimenti previsti dal Piano industriale controbilanciate da azioni di contenimento dei costi ordinari.
Le rettifiche di valore nette su crediti sono pari a 11 milioni di euro, in calo del 32% rispetto al dato di dicembre 2017. Il rapporto tra le rettifiche di valore nette per deterioramento dei crediti e gli impieghi netti verso la clientela evidenzia, attestandosi a 39 bps, un netto miglioramento rispetto ai dati di dicembre 2017 (-22 bps).
Gli impieghi verso la clientela evidenziano un andamento positivo attestandosi a 2,8 miliardi di euro, in aumento del +6% rispetto all’anno precedente; in particolare si conferma positivo il trend del comparto mutui che rappresenta il 73% del totale degli impieghi a clientela. Nel 2018 sono stati erogati oltre 2.200 mutui per l’acquisto di abitazione (+10% a/a).
L’evoluzione della qualità del credito evidenzia la costante attenzione prestata a questo aspetto: l’esposizione netta dei crediti deteriorati si riduce di circa 60 milioni di euro e l’incidenza sul totale dei crediti verso clientela si attesta all’1,8% vs 4,2% di fine anno precedente. In continuo miglioramento gli indici di copertura dei crediti deteriorati che passano dal 49,8% di dicembre 2017 al 62,9% di dicembre 2018, confermando livelli adeguati in tutte le componenti.
A dicembre 2018 la massa amministrata, pari a 6,9 miliardi di euro, è aumentata del 2% rispetto a fine anno precedente grazie all’apporto della raccolta indiretta che si posiziona a 3,5 miliardi di euro registrando una dinamica positiva del +5% nonostante l’andamento incerto del mercato. La raccolta diretta, che a dicembre 2018 è pari a 3,4 miliardi di euro in calo del -2%, riflette la tendenza verso forme più remunerative di investimento.