Per il ripristino della viabilità da esondazioni e movimenti franosi su strade provinciali e comunali.
Per avere informazioni sul proprio caso specifico.
Il Direttore CNA La Spezia illustra alcuni degli obiettivi dell'Ente.
Si pensa anche alla partecipazione dei musei spezzini alla Biennale di Venezia nel padiglione cinese.
L’orafo spezzino associato alla Cna Alessandro Orlandi parteciperà all’Artistar Jewels 2019 durante la settimana della Moda di Milano.
Ora l'amministrazione si muoverà per ottenere migliori condizioni contrattuali per le forniture di gas e energia elettrica per questi immobili.
La Regione Liguria ha fornito le prime indicazioni ai Comuni: ai titolari delle concessioni va comunicata la nuova durata di ulteriori 15 anni.
Situazione attuale e prospettive di un settore sempre in crescita.
Campagna di sensibilizzazione di CNA Fita per il corretto uso dei trattori e delle macchine agricole propedeutica alla sicurezza nella circolazione stradale e ad evitare forme di esercizio abusivo dell’attività di autotrasporto di merci per conto di terzi. CNA Fita ricorda che l’utilizzo delle macchine impiegate nelle attività agricole e forestali fa riferimento ad un particolare regime normativo che ne disciplina le modalità costruttive, la circolazione su strada e le abilitazioni necessarie per condurle.
Al fine di perseguire una maggiore tutela della sicurezza stradale e il rispetto delle norme che regolano le normali attività di autotrasporto, l’associazione richiama a una maggiore attenzione degli organi di controllo affinché verifichino l’effettivo impiego delle suddette macchine per i reali scopi per cui sono destinate, ovvero in funzione del trasferimento e dello spostamento di cose connesse alle attività agricole e forestali. Sebbene la norma attualmente in vigore vieti espressamente l’utilizzo dei suddetti veicoli per effettuare l’autotrasporto di cose per conto di terzi, purtroppo sono numerose le segnalazioni che ne rilevano un uso improprio e distorto in tal senso. L’utilizzo non corretto durante la circolazione su strada delle macchine agricole trainate e dei rimorchi agricoli atti al carico diventa una forma di concorrenza sleale nei confronti delle imprese del settore dell’autotrasporto di merci per conto di terzi. Oltre a sconfinare nell’illegalità e nell’abusivismo, l’uso improprio di questi veicoli, mette seriamente a rischio la sicurezza della circolazione stradale. Dai risultati delle indagini infortunistiche emerge che gli infortuni legati all’uso di trattori agricoli o forestali sono, nella maggioranza dei casi, determinati oltre che da carenze delle attrezzature stesse sotto il profilo della sicurezza, anche da carenze di formazione specifica degli operatori addetti all’uso (l’INAIL, nel 2015, ha rilevato 111 incidenti con trattori agricoli, che hanno causato 46 vittime e 70 feriti).
In merito all’efficienza ed ai requisiti minimi di idoneità per la sicurezza nella circolazione, va inoltre ricordato che dal 1° Luglio 2016, in base a quanto previsto dall’at.111 del Cds, le macchine agricole avrebbero dovuto essere sottoposte a revisione obbligatoria. La circolazione in assenza di revisione è punibile con una sanzione amministrativa pecuniaria e con la sanzione accessoria del ritiro della carta di circolazione o del certificato di idoneità tecnica. Nonostante alcune carenze che non hanno permesso di concludere il percorso attuativo della norma, ai fini dell’obbligo delle revisioni, dovrebbero essere valide le scadenze, oramai trascorse, che riguardano i trattori agricoli immatricolati entro il 31.12.1973 (termine di scadenza entro cui effettuare la revisione: 31.12.2017) e quelli immatricolati dal 01/01/1974 al 31/12/1990 (termine di scadenza entro cui effettuare la revisione: 31.12.2018). Fino a quando non siano accertate le condizioni di idoneità alla circolazione, sarebbe quantomeno opportuno vietare la circolazione su strada almeno dei trattori agricoli che avrebbero dovuto essere già soggetti a revisione.
CNA Fita richiama dunque al corretto uso delle macchine agricole, ricordando la disciplina sanzionatoria prevista dall’articolo 57 e 105 del Cds nonché alle sanzioni di cui agli articoli 82 comma 8 (destinazione d’uso dei veicoli), e art. 88 (servizio di trasporto di cose per conto terzi) del Cds ed infine, agli articoli 26, comma 1, e 46 della L. n°298/74 in materia di esercizio abusivo dell’attività di autotrasporto di merci per conto di terzi.
Percorso ridisegnato in base al nuovo Piano della sicurezza.
L’inverno è una stagione che, proprio a causa del suo clima, spesso freddo e talvolta umido e piovoso, ci costringe a rimanere in casa più di quanto non desideriamo
55.000 tonnellate di stazza lorda e spazio per 750 passeggeri.
Organizzato dal Cescot, si terrà giovedì 14 febbraio.
Un forte legame con la storia della Spezia e la sua economia.
Il MAV sarà inviato prioritariamente per mail.
“Andiamo avanti a rilento, siamo quasi fermi. E’ questo il risultato dell’approvazione in via definitiva del Dl Semplificazioni: un timido colpo del governo allo scoglio della burocrazia -. Commenta la Presidente Cna La Spezia Federica Maggiani -. Sono stati apportati piccoli interventi, in un quadro normativo disorganico, che si limitano a rispondere solo parzialmente alle esigenze e alle aspettative delle imprese. E’ arrivato il momento, allora, di trasferire le sollecitazioni, emerse al Tavolo Pmi istituito presso il ministero dello Sviluppo economico, nel disegno di legge in materia di semplificazioni annunciato dal governo per intervenire in maniera incisiva e organica sulle principali criticità burocratiche, a partire dagli appalti”.
“Nel Dl Semplificazioni vanno tuttavia evidenziate alcune novità importanti – prosegue la Presidente Cna La Spezia – come l’abolizione del Sistri, ma preoccupano i criteri individuati per realizzare il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, che rischiano di far ripetere gli errori del passato. Significativa, inoltre, è l’introduzione, grazie anche al contributo della nostra associazione di categoria, di alcune altre misure. Come l’istituzione, all’interno del Fondo di garanzia Pmi, di una sezione speciale dedicata alle piccole imprese vittime dei mancati pagamenti della Pubblica amministrazione; l’abrogazione della tenuta in modalità telematica del Libro unico del lavoro; la soppressione dei registri alimentari del burro e delle sostanze zuccherine; la riduzione da 450 a 250 ore del corso annuale per il responsabile tecnico nelle tinto-lavanderie. Ma servono ulteriori misure – conclude Maggiani - che realmente producano una diminuzione del peso burocrazia per le imprese che rimane un elemento frenante delle potenzialità di sviluppo e di crescita dell’Italia”.
Confronto voluto da Confartigianato per spiegare tutte le novità.
Settore in crescita con grandi potenzialità per il porto spezzino. Di Sarcina: “Coinvolgeremo anche la Regione Liguria".
CNA La Spezia ha organizzato un incontro pubblico sul Demanio Marittimo relativo ai provvedimenti per il prolungamento della durata delle concessioni demaniali.
L’iniziativa si terrà lunedì 11 febbraio 2019 alle ore 18.00 nella sala consiliare del Comune di Ameglia e vede la partecipazione dell’Assessore Regionale al Demanio Marco Scajola, oltre al sindaco di Ameglia Andrea De Ranieri, alla coordinatrice regionale CNA Balneatori Sonia Carolì e alla referente sindacale CNA Nautica La Spezia Giuliana Vatteroni.
All’interno della Legge di Bilancio sono state inserite ed approvate misure a favore del comparto balneare gravemente penalizzato dalla maldestra applicazione della Direttiva Bolkenstein.
Le misure riguardano principalmente una proroga di 15 anni della concessione demaniale a favore sia delle imprese il cui titolo concessorio fosse stato rilasciato anteriormente al 31 dicembre 2009 sulla base dell’articolo 1 comma 683 della stessa legge di bilancio, sia delle concessioni rilasciate successivamente a tale data sulla base del comma 682 ma anche a favore delle cosiddette concessioni “pendenti” alla data del 31 dicembre 2009.
“L’istanza di vidimazione, presso il Comune che ha rilasciato le stesse, consentirà la prosecuzione dell’attività per ulteriori 15 anni - spiega la coordinatrice provinciale e referente della nautica Cna La spezia Giuliana Vatteroni – i balneari potranno così investire e lavorare più serenamente, perché anziché una scadenza della concessione al dicembre del 2020 hanno una prospettiva fino al 2033. CNA a livello nazionale, prima ancora che uscisse la legge di bilancio, ha elaborato in collaborazione con uno studio legale fiorentino le istanze che le imprese dovranno presentare per dare seguito a quanto deciso dal Governo. Restiamo a disposizione per dare consulenza alle imprese che vogliono capire se e in che misura rientrano nella proroga della Bolkestein. Anche le darsene che effettuano attività turistico ricreativa rientrano nel provvedimento, ma occorre leggere nel dettaglio la concessione per capire se si hanno gli specifici requisiti. L’incontro con l’Assessore Regionale al Demanio Scajola servirà anche a questo – conclude Vatteroni – e ad analizzare il futuro dei balneari e delle darsene”.
Per rifornire a bordo gli yacht. Un servizio in più, con prodotti agroalimentari di qualità.
Gli appuntamenti all’Agorà e la nuova sezione “Speciale Cammini” sono stati vincenti.
Firmato l’accordo fra IMM e Federalberghi Toscana per offrire strutture convenzionate in occasione degli eventi.
Le imprenditrici della CNA provano a dare una spallata al gender gap in economia. Una delegazione di CNA Impresa Donna La Spezia e Liguria ha partecipato ieri alla tavola rotonda organizzata al Senato della Repubblica sul tema “Politica: sostantivo femminile singolare”. Una iniziativa che ha visto la partecipazione delle senatrici Nunzia Catalfo, Anna Rossomando (vice Presidente del Senato) e Maria Virginia Tiraboschi.
La giornata di studio ha esaminato i principali temi dell’imprenditoria femminile come la necessità di politiche di sostegno mirate al welfare e alle pari opportunità sino alle maggiori difficoltà rispetto agli uomini all’accesso al credito rilevato dall’indagine condotta da Swg per CNA nazionale. CNA Impresa Donna ha concretizzato quanto rilevato stilando otto proposte a sostegno dell’imprenditoria in rosa.
“La CNA ha messo in campo un pacchetto di otto proposte per favorire l’impresa femminile ma una, in particolare, è quella che riteniamo rappresentativa del criterio con cui vorremmo affrontare il problema del grosso gap di genere che caratterizza l’economia italiana: una detrazione del 50% sui voucher per tutti i servizi di cura di qualsiasi genere” spiega la Presidente di CNA Impresa Donna La Spezia Cristina Poletti. “Questa detrazione avrebbe un grosso impatto sull’economia, e permetterebbe di contrastare il lavoro nero. – prosegue la Presidente del CID Cna La Spezia -. Un’occasione economica per tutti, uomini e donne, che porterebbe maggiore coesione sociale oltre ad innalzare la qualità della vita di tutti i cittadini. In Italia le prospettive delle donne nel mondo del lavoro sono ancora lontane dall’essere eguali a quelle degli uomini. Il nostro Paese non ha investito in maniera sufficiente nelle politiche sociali a favore della famiglia e non prevede una misura universalistica di sostegno ai figli. Esistono, inoltre, profonde differenze anche tra lavoratrici: il congedo di maternità obbligatorio, a esempio, prevede un’astensione dal lavoro di cinque mesi per tutte le lavoratrici, ma la copertura completa del reddito è riservata alle sole dipendenti. E’ per correggere queste storture, almeno parzialmente – conclude Cristina Poletti -, che abbiamo preparato un pacchetto di proposte sulle politiche d’investimento e sulle politiche di azione, relativo alle lavoratrici autonome”.
Eccole in sintesi le proposte.
Le politiche d’investimento:
1. Rendere detraibili al 50% tutte le spese di cura e di aiuto alla famiglia.
2. Riforma dell’indennità di accompagnamento, attraverso l’introduzione della possibilità di scegliere tra prestazioni monetarie e servizi alla persona, al fine di consentire al beneficiario o alla sua famiglia di scegliere tra il contributo economico o fornitura di servizi domiciliari in forma organizzata ed erogati da diversi soggetti siano essi pubblici, privati o del terzo settore.
3. Ridurre dal 22% al 5% l’Iva applicata ai servizi di welfare prestati dalle strutture private diverse dalle cooperative sociali e dai loro consorzi.
4. Riequilibrare la distribuzione dei fondi destinati alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, che attualmente vanno per il 90% alle lavoratrici dipendenti e per il 10% alle autonome.
Le politiche d’azione:
1. Rendere più flessibile l’offerta di servizi pubblici di welfare soprattutto rispetto agli orari e alle modalità di erogazione che risultano estremamente rigidi e sono scarsamente tarati sulle esigenze dei lavoratori dipendenti e dei loro ritmi più tradizionali.
2. Riconoscere il “costo” del tempo dedicato alla formazione in termini di mancato guadagno, consentendo di dedurre dal reddito una somma aggiuntiva rispetto alla spesa sostenuta.
3. Incentivare la creazione di reti territoriali di conciliazione vita/lavoro per servizi di welfare per la famiglia e per l’infanzia che prevedano la collaborazione pubblico/privato.
4. Attivare un tavolo tecnico permanente presso il dipartimento Pari opportunità della presidenza del Consiglio sull’imprenditoria femminile e sulle politiche di welfare. Istituire una commissione parlamentare bicamerale per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere.
SONDAGGIO CNA-SWG SU DONNE LAVORO E CREDITO
Il lavoro? Per le donne deve portare più reddito e più sicurezza.
Ma nell’accesso al credito sono trattate peggio degli uomini
A registrare un diverso trattamento nell’acceso al credito per le donne rispetto agli uomini è una indagine condotta da Swg per CNA nazionale, su un campione rappresentativo della società italiana, dedicata a “Donne, imprenditoria e accesso al credito”.
Cosa vogliono, dunque, le donne dal lavoro? Un maggior reddito a disposizione e, di conseguenza, un futuro più sicuro sono le motivazioni che principalmente spingono una donna al lavoro. Il 31% delle interpellate è mosso da più cospicue entrate economiche, con un picco del 35% tra quante si situano nella fascia di età 35/54 anni e del 43% tra le residenti nelle regioni centrali. La sicurezza rispetto alle incertezze della vita stimola un altro 25% del panel con il tetto del 27% raggiunto sempre nella fascia 35/54 anni e del 36% al Sud.
A distanza (tra i risultati ai quali, potendo scegliere, le donne ambiscono sul fronte lavorativo) si piazza una maggiore gratificazione professionale, che si ferma al 13% del totale con il 15% raggiunto dalle donne che hanno oltre 54 anni di età e il 18% nel Nord Ovest. Una motivazione tallonata dalla disponibilità più elevata di tempo libero, che tocca il 12% delle coinvolte nell’indagine, stavolta con la massima percentuale (16%) nella fascia più giovane, tra i 18 e i 34 anni, e al Centro (15%). Una gratificazione meno palpabile – più riconoscimento sociale – è optata solo dal 6%, con variazioni limitate tra una fascia di età e l’altra e un picco territoriale al Sud (8%). Il 13%, infine, sceglie di non rispondere con una presenza maggiore tra le ultra-54enni (15%) e nel Nord Ovest (18%).
Un problema ricorrente nelle imprese italiane, soprattutto quelle artigianali e piccole, è il credito erogato con il contagocce. Ma, nella partita con le banche, spesso le donne imprenditrici (o aspiranti tali) denunciano di essere trattate peggio degli uomini anche a parità di condizioni. E’ vero? Dalla indagine di Swg per CNA Nazionale questa asserzione è confermata, in un panel aperto anche agli uomini, dal 50% degli interpellati (43% degli uomini, 56% delle donne) con picchi del 58% nella fascia 18/34 anni e del 57% al Sud. Disaggregando questo risultato, emerge che a ritenere il trattamento in banca di molto peggiore per le donne è convinto il 12% della platea (8% uomini, 16% donne), con tetti per classe di età tra i 18/34enni (17%) e per macro-regioni nel Sud e nelle Isole (15%). Quasi scompare a livello di genere la differenza sulla valutazione di “abbastanza” – nella difficoltà di accesso al credito delle donne – che nel totale è indicata dal 38% di quanti partecipano all’indagine: il 35% degli uomini e il 40% delle donne, con risultati superiori alla media tra i più giovani (41%) e nel Sud (42%).
Nell’altra metà dell’universo, quanti sostengono che la differenza di genere nell’accesso al credito tra donne e uomini è scarsa sono il 30% (34% uomini, 26% donne) con presenze più spiccate tra gli ultra 54enni (33%) e al Centro e nelle Isole (38%). Tocca il 20%, infine, la quota di quanti non rilevano differenze di genere su questo fronte (23% uomini, 18% donne) con presenze più rilevati nella fascia 35/54 anni (23%) e nelle regioni del Nord Ovest (25%). Tra quanti sono convinti che questa difficoltà di genere nell’accesso al credito esista, la motivazione che le donne potrebbero avere figli è la preferita dal 37% degli interpellati (33% uomini, 40% donne) con punte tra i 35 e i 54 anni (41%) e nelle regioni del Nord Est e del Centro (41%).
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