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Due Società punto di riferimento della vita sociale e culturale del borgo lericino.

Due giorni di grande festa e socializzazione in piazza Brin con uno sguardo rivolto ai più piccoli.

Il 31 ottobre merenda a sorpresa per i più piccoli e divertimento a bordo dei fuoristrada.

In sala Dante alle 21. Verrà eseguita l'Histoire du soldat di Stravinsky.

Il 3 novembre alla sala storica del gruppo alpini Spezia Centro in viale Amendola.

A parlare della figura di San Francesco saranno Franco Cardini, Chiara Frugoni, padre Raffaele Della Torre e Roberto Timossi.

IL CINEMA IL NUOVO LA SPEZIA  è lietaodi annunciare quello che sarà il secondo appuntamento delle dirette via satellite da Londra nelle sale italiane.

Si tratterà della seconda opera dell’epopea l’Anello del Nibelungo di Richard WagnerLa Valchiria, una delle composizioni più imponenti del suo repertorio operistico. Così, domenica 28 ottobre alle ore 18.00, trasmessa in diretta via satellite, La Valchiria rivivrà sugli schermi italiani in diretta dal palcoscenico della Royal Opera House, in una nuova produzione del regista Keith Warner con Antonio Pappano a dirigere il cast.

L’intero ciclo è costituito da quattro opere e rappresenta un viaggio che va dalla nascita di un mondo popolato da dèi, eroi e mostri, fino alla sua distruzione. Questa saga epica ritrae ogni tipo di emozione umana con musica e idee straordinariamente intense.

L’Anello del Nibelungo è sempre un evento speciale del calendario operistico: un’esperienza indimenticabile. La Valchiria è la seconda opera del ciclo e presenta brani memorabili, come la Incantesimo del fuoco Cavalcata delle valchirie. Ma tra fuochi d’artificio musicali e mitologia nordica, al centro di quest’opera ci sono le complesse vicende degli indimenticabili personaggi: i gemelli Siegmund e Sieglinde, interpretati da Stuart Skelton e Emily Magee, Wotan (John Lundgren) e la figlia valchiria Brünnhilde, interpretata da Nina Stemme, e Sarah Connolly nei panni di Fricka. Direttore Antonio Pappano

Il mostra al CAMeC anche disegni dello stesso coreografo recentemente scomparso. E a novembre arriverà Sgarbi.

Rivoluzione nella gestione e nel Comitato di Indirizzo.

Dopo essersi conquistato a Venezia 73 il Premio Orizzonti per il meraviglioso corto La voz perdida, Marcello Martinessi è pronto a esordire quest’anno sul grande schermo con il suo primo lungometraggio, Las Herederas. Distribuito in Italia col titolo Le Ereditiere, la prima prova al lungo di Martinessi ha già avuto modo di farsi abbondantemente conoscere a Berlino. Tra i premi vinti infatti appena qualche mese fa primeggiano niente meno che l’Orso d’Argento per la Miglior Attrice e il Premio Fipresci della critica internazionale.

Tra l’imperversare di certi giganti messicani (Iñarritu, Del Toro, Cuarón), quella dell’intimo e delicato cinema paraguayano è senz’altro una bella, bellissima, sopresa. Una sorpresa che ha il profumo delle case dei vecchi e i modi di certa aristocrazia latino-americana in declino. Martinessi, forte di un cast femminile davvero eccezionale, riesce a prendere uno spaccato di vita comune e a restituircelo con infinita delicatezza ed eleganza d’immagini. Bastano un’automobile, qualche sigaretta, un vassoio d’argento…

Le ereditiere di Martinessi sono donne forti,  legate da una profonda tenerezza e dai comfort di una vita agiata. Un’accusa di fronde è però quanto basta per rivoluzionare la vita delle due: carcerata Chiqui (Margarita Irun) e improvvisata taxista Chela (Ana Brun). La comparsa di una terza donna, Angy (Ana Ivanova), è la chiave di svolta in una vita apparentemente destinata alla privazione e al compromesso. Tra i taciti moti dell’orgoglio, della complicità e della passione prende splendidamente corpo un film che sembra richiamare alla memoria certo dramma da camera fassbinderiano. E che ci lascia totalmente spiazzati di fronte l’estrema autenticità e naturalezza d’intepretazione.

La macchina da presa di Martinessi indugia ora su queste dinamiche, ora sugli oggetti che ne fanno parte, con tatto e discrezione, senza temere i silenzi o i tempi lunghi. Anzi, prediligendo i giochi di sguardi, di specchi e l’estetica delle piccole cose. Il risultato è un lungometraggio audacemente semplice, delicato; estremamente allusivo, eppure, allo stesso tempo, lucidamente esplicito (l’attrazione omoerotica, la depressione…). Per tutti questi motivi – aldilà di qualche imperfezione – e per il merito di tenere alta la bandiera del cinema latino-americano, Le Ereditiere è senz’altro una pellicola da recuperare AL NUOVO LA SPEZIA : GIOVEDI 25 ore 18.00- VENERDI 26  Ore  18.00-20.15  SABATO 27 Ore  18.00 DOMENICA 28 ore 14.30

l nuovo film di MooreFahrenheit 11/9 arriva anche a La Spezia al Cinema Il Nuovo , un piccolo evento che si spera possa avere un più ampio respiro. Michael Moore torna alla regia e sullo schermo in forma smagliante. Esattamente 14 anni dopo Fahrenheit 9/11, vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes e campione d’incassi con 222 milioni di dollari in tutto il mondo, il regista è tornato a osservare la politica americana e l’inquilino della Casa Bianca con Fahrenheit 11/9, titolo che ribalta l’11 settembre di un tempo per soffermarsi su quel 9 novembre 2016 in cui Donald Trump è stato eletto 45esimo Presidente degli Stati Uniti.

CIAO DEMOCRAZIA

Provocatorio e sarcastico, il film ma anche il regista è stato accolto con una ovazione alla Festa del Cinema. Fahrenheit 11/9 ha il grande pregio di essere vero, crudele (perché diretto). Un racconto ben costruito che mostra la tremenda messa in discussione della democrazia che sta avvenendo negli ultimi anni in tutto il mondo occidentale. Un cambiamento radicale che è dipeso da scelte assurde oltre che irresponsabili commesse dagli stessi “democratici”. Nelle due ore di film, oltre a sottolineare il pericolo Trump con un suo personale “io ve lo avevo detto”, Michael Moore giunge perfino ad un paragone con  Adolf Hitler, inserendo in alcune scene la voce del Presidente Trump sulle immagini di uno dei discorsi del dittatore.

CLINTON / OBAMA: QUELLO CHE NON SAPPIAMO

Il tutto prende piede dalla decisione del partito Democratico di spingere l’elezione di Hillary Clinton per poi fare un passo indietro verso la descrizione della crisi idrica della sua città Flint nel Michigan, da sempre scenografia dei suoi film. Nella cittadina, un pessimo governatore ha pensato bene di costruire un inutile acquedotto per poi rifornire la città, che conta una maggioranza di cittadini di colore, delle acque di un fiume inquinato, invece delle limpide acque del lago Huron. ll risultato è stato un avvelenamento da piombo che ha colpito tutti, in particolare i bambini. E qui, senza spoilerare troppo, arriva anche il dito puntato contro Barack Obama, l’uomo della speranza! Fahrenheit 11/9 è questo, un racconto di situazioni interne corrotte o ribaltate, non portate alla luce e lontane dalle glorie governative. Moore fa una raccomandazione a tutti noi: “be Italy again”.

ORARI SPETTACOLI : GIOVEDI 25 E VENERDI 26 ORE 21.30 SABATO 27 ORE 22.00 E DOMENICA 28 MATTINEE ORE 10.30 e SERALE 22.30

Studio Legale Dallara

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