Redazione Gazzetta della Spezia
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Resta ancora un debito di quasi 2 milioni e 336 mila euro.
Il parco dovrebbe far rispettare il regolamento principalmente per la salvaguardia delle persone.
A seguito di verifica effettuata dall'Associazione i Volontari del magra sul territorio e dopo aver raccolto le testimonianze dei cittadini che vivono in abitazioni che si affacciano sul alveo, decidono di scrivere una lettera aperta.
"Abbiamo analizzato attentamente la situazione"- dichiara Luca Ghirlanda, presidente dell'associazione I Volontari del Magra - "perlustrando il territorio, osservando e parlando anche con la gente e purtroppo siamo arrivati alla conclusione che il regolamento del parco non viene fatto rispettare....mancanza di risorse e di guardie del parco? Bene... allora che cosa paghiamo a fare questo ente? Credo che la politica debba prendere una decisione in merito. Andando per il parco sono sempre decine le discariche a cielo aperto e l'incuria, andando lungo il fiume sopra il ponte della Colombiera molti sversano liquami in alveo, le moto d'acqua giocano a fare le gare per il fiume indisturbate in quanto fuori dalla giurisdizione della Capitaneria di porto e non controllate da nessuno e nel frattempo i cittadini pagano le tasse che servono a mantenere questi enti. Credo che sia giunto il momento di fare chiarezza e di far applicare il regolamento o nell'impossibilità di farlo per mancanza di fondi, prendere atto della situazione e valutare se davvero il territorio del parco come sosteniamo da tempo non dovrebbe piuttosto tornare sotto il controllo dei singoli comuni opportunamente sostenuti dalla regione. Non abbiamo nulla contro le singole persone che vi lavorano ma forse è giunta l'ora di capire che se un regolamento esiste e non può essere rispettato siamo a parlare di utopia. Negli anni scorsi mentre gli alluvionati di Ameglia e della foce spendevano propri soldi per ricostruire le case distrutte dalle alluvioni, il parco proclamava milioni di finanziamento dalla comunità europea per la salvaguardia del rospo ululone. Ora ci chiediamo se tutto questo ha senso"
"Più bello specifico”- prosegue Ghirlanda - “leggiamo all’art 8.1 del regolamento che la zona sopra il Ponte della Colombiera è vietata tassativamente alle evoluzioni degli acqua scooter ma, soprattutto alla sera, sono diventate ahimè di prassi le gare delle moto d’acqua con un notevole disagio per i cittadini e con alta pericolosità per chi usa il fiume nel rispetto delle norme vigenti. La cosa che ci sconvolge di piu è la totale assenza di vigilanza. All’ Art. 9.1 del regolamento è chiaramente scritto: “All’accertamento e contestazione delle violazioni provvede l’Ente Parco di Montemarcello Magra per mezzo del proprio personale di vigilanza”. Invece della vigilanza neppure l’ombra; a che serve un Ente che dovrebbe servire a tutelare il territorio e l’ambiente se non fa rispettare il proprio regolamento e non ha i “soldati” per farlo rispettare. Crediamo che sia la stessa cosa all’Italiana, ovvero un Ente che sulla carta dovrebbe avere un ruolo cruciale nella salvaguardia del Parco e del Fiume ma che nella relatà costa ai cittadini che pagano le tasse (e tante) allo Stato ma non hanno la tutela dovuta”.
“Come associazione e come conoscitori di questo fiume crediamo che al di là dei proclami e delle belle parole sia giunta l’ora di chiare risposte e di azioni certe.....e se tali azioni non sono fattibili per mancanza di risorse e di fondi allora sarebbe l’ora di avere il coraggio di chiudere un Ente che non può più espletare le proprie funzioni e forse sarebbe più efficace delegare i singoli comuni alla salvaguardia della propria parte di Parco con un proporzionale supporto della Regione a seconda della superficie che ogni comune ha all’interno della perimetrazione del Parco stesso. Insomma meno persone/cariche politiche pagate dai cittadini per avere in cambio l’illusione di un Ente che difende il territorio ma che nella realtà si trova in mano un pugno di mosche e l’amaro in bocca di sentire spesso che tutti i finanziamenti presi dalla Comunità Europea vengono spesi per opere di salvaguardia del rospo ululone invece di essere magari spesi con precedenza al rispetto del regolamento e magari all’assunzione di guardie parco più attive sul territorio. La cosa che davvero dovrebbe far riflettere è che alla voce B.7.b.0002 del bilancio 2016 e del bilancio di previsione 2016 relativa alle spese per servizi di guardianaggio l’importo dichiarato è 0€, stessa cosa nella voce mezzi ....come si fa a far applicare un regolamento anche complesso senza guardie? E' come se un esercito fosse senza soldati e pretendesse di vincere una guerra. Se poi vediamo quanto è indicato come costo del personale direttivo tra direttore e personale tecnico la cifra del bilancio è di oltre 170.000 € e allora che senso ha? Sempre per fare un paragone è come se lo stato pagasse l’esercito per avere i generali ma non avesse i soldati”.
“Il parco ha avuto nel 2016, entrate per circa 1.200.000 € di cui quasi 730.000€ sono sfumate nei costi di ammortamento, circa 260.000 € negli stipendi del personale, e solo 134.000 € in servizi e manutenzioni resi al territorio. Dobbiamo essere chiari: dall’analisi di questi numeri il verdetto appare chiaro. Il Parco così come è impostato non ha un gran senso. Suggeriamo da parte della politica una attenta riflessione e decisioni rapide per risolvere i veri problemi del territorio e del nostro fiume”, conclude Luca Ghirlanda.
La Capitaneria di Porto della Spezia informa che il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali con Decreto Ministeriale in data 31 luglio ha disposto la chiusura immediata e definitiva della campagna di pesca sportiva / ricreativa del tonno rosso per l’anno 2017 dalle ore 8.00 di oggi, 1 agosto 2017.
Tutto ciò premesso e come previsto dall’art. 7, comma1, del Decreto Ministeriale 17 aprile 2015 le imbarcazioni autorizzate potranno proseguire l’attività di pesca citata, solo e esclusivamente, mediate la cosiddetta tecnica “catch – release“ fino al 31 dicembre 2017 .
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