Esattamente un mese fa, il 7 maggio 2024, la politica ligure venne sconvolta dall'arresto del Presidente della Regione Giovanni Toti, con le accuse di corruzione e falso. Nell'ambito della stessa indagine è finito ai domiciliari anche l'imprenditore Aldo Spinelli, mentre si aprirono le porte del carcere per Paolo Emilio Signorini, amministratore delegato della multiutility Iren dal 2023 ed ex numero uno dell'Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale.
All'origine di tutto c'è una inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica della Spezia che ha portato alla misura degli arresti domiciliari per l'ex sindaco di Porto Venere Matteo Cozzani, allora Capo di Gabinetto della Regione, ora dimessosi dalla carica. Ai domiciliari anche il fratello Filippo Cozzani, imprenditore attivo nel settore della segnaletica stradale e della vendita di bevande all'ingrosso, ed i fratelli Raffaele e Mirko Paletti, imprenditori milanesi, ma con proprietà ed interessi anche nel comune di Porto Venere.
Come si legge nella comunicazione della Procura, Matteo Cozzani è accusato del reato di “corruzione elettorale” (art. 86 dpr 570/1960), aggravato dalla circostanza di cui all’art. 416-bis.1 c.p. in quanto commesso al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova, e di corruzione per l’esercizio della funzione"
Nel corso degli interrogatori di garanzia Cozzani rese alcuni dichiarazioni spontanee, mentre Toti si avvalse della facoltà di non rispondere ma, in un successivo interrogatorio chiesto dal suo legale, ha risposto per ore a quasi duecento domande dei magistrati respingendo ogni addebito e affermando di "aver sempre perseguito l’interesse pubblico e di voler collaborare alla ricostruzione della verità".
Intanto, sul fonte prettamento politico, a seguito degli arresti domiciliari, Giovanni Toti viene sospeso dall'incarico ed il ruolo di Presidente della Regione ad interim viene assunto da Alessandro Piana, che era il vice-presidente.
Nei confronti di Toti è stata poi presentata in Consiglio regionale una mozione di sfiducia, votata e bocciata il 4 giugno con 18 voti favorevoli ed 11 contrari.
La maggioranza, compatta, si è schierata con il Presidente sospeso, che ha inviato, tramite l'assessore Giampedrone che aveva avuto il permesso di incontrarlo, una lettera all'Aula nella quale ribadiva la volontà di andare avanti.