Coerentemente quindi ci siamo attivati quando è comparso nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea un Avviso di gara con procedura ristretta con cui Snam Spa chiedeva uno studio di fattibilità per la fornitura attraverso il terminale GNL di Panigaglia di servizi di liquefazione e distribuzione gas. Di questo abbiamo parlato nel blog dell'Associazione nel post pubblicato il 23 marzo 2015. (http://posidoniaportovenere.blogspot.it)
Grazie allo Sblocca Italia varato dal governo Renzi, quanto di più distruttivo e miope abbia prodotto la politica italiana negli ultimi decenni, il progetto di ampliamento del rigassificatore, che aggiunge all'impianto esistente un impianto di liquefazione con collegato distributore di GNL, sembrerebbe in dirittura d'arrivo.
L'Associazione Posidonia ribadisce la sua ferma opposizione ad ogni ipotesi di trasformazione/ampliamento con motivazioni che riassumiamo brevemente riservandoci di farne oggetto di un prossimo scritto.
L'impianto è da sempre classificato ad alto rischio e sugli adempimenti previsti per questo tipo di impianti le autorità preposte, in primis il Comune di Porto Venere, sono sempre stati inadempienti, come dimostrato da Marco Grondacci anche negli ultimi articoli pubblicati sul suo blog ai quali rimandiamo per l'esame delle inadempienze rispetto a leggi e normative. (http://notedimarcogrondacci.blogspot.it)
In particolare non sono mai state date alla popolazione informazioni adeguate sui rischi di incidenti potenziali e sui comportamenti da tenere in caso di incidente. I rischi crescerebbero in modo esponenziale con la trasformazione progettata poiché non solo si avrebbe l'attività di rigassificazione ma anche quella inversa di liquefazione.
Il punto 5 dell'Avviso di gara chiede uno "Studio di pre-fattibilità per gli investimenti necessari a realizzare, fuori dal terminale, un impianto di stoccaggio costiero, rifornito da feeder ship, per la caricazione di autocisterne e ISO Container".
Questo è un punto molto inquietante perché si prevede la realizzazione fuori dal terminale di un impianto di stoccaggio costiero. Un'intervista al Comandante di fregata Pasquale Tripodi, pubblicata da Città della Spezia online il 27 febbraio 2015, fa pensare che il sito individuato sia all'interno dell'Arsenale Militare. Si tratterebbe della creazione di un ulteriore sito ad altissimo rischio all'interno di un Golfo già sovraccarico. Le feeder ship incaricate di rifornire questo impianto di stoccaggio costiero creerebbero un notevole incremento di traffico marittimo all'interno di un Golfo dove transitano già navi mercantili, navi da crociera e tantissime imbarcazioni private vista la presenza di numerosi porticcioli e ormeggi. Per non parlare poi di navi militari e altre con carichi pericolosi.
Il punto 5 come anche il punto 3 dello stesso Avviso di gara parlano di "caricazione di autocisterne e ISO Container".
Le autobotti viaggeranno su strada, sulla strada che collega il terminale alla città e quindi alle grandi vie di comunicazione stradale e ferroviaria. L'unico collegamento con la città della Spezia è la SP530, strada stretta, tortuosa, sempre molto trafficata, ancora di più in estate per la presenza dei numerosi turisti, e nella quale si verificano spesso incidenti che bloccano la circolazione.
Ancora una volta si mettono a rischio la salute dei cittadini, l'ambiente e il paesaggio per un business che porterà vantaggi, pochi e limitati nel tempo, solo per grandi società che, dopo aver distrutto il nostro territorio, abbandoneranno i ferri vecchi alla ricerca di nuovi territori da cannibalizzare.
Per questo l'Associazione Posidonia conferma la sua contrarietà a ogni ipotesi di ampliamento e/o trasformazione del rigassificatore di Panigaglia e al suo stesso permanere nella baia. (9 settembre)