Con la delibera uscita dall’ultimo Consiglio Comunale del 20 dicembre, il Comune di Porto Venere ha definitivamente acquisito alcuni strategici immobili e terreni sull’isola Palmaria e, dopo che l’Agenzia delle Entrate ne ha definito congrua la valutazione, esito di una perizia commissionata in precedenza, si procederà alla loro vendita.
L’Associazione Posidonia è intervenuta da sempre, non solo dal 2016 quando si è materializzato il Protocollo di Intesa, contro la visione che si andava delineando dell’isola e del suo utilizzo a fini esclusivamente economici e speculativi.
Abbiamo da sempre messo in evidenza alcuni punti che brevemente riassumiamo. I beni di cui si parla sono demaniali, cioè proprietà dei cittadini e come scritto più volte sia nel Protocollo del 2016 che nell’Accordo di Programma del 2019, sono “in uso” alla Marina Militare. Il trasferimento dalla Marina all’Agenzia delle Entrate e da questa al Comune avrebbe dovuto per legge essere “non oneroso”, cosa che invece non è, visto che il Comune dovrà spendere 2.600.000 euro per ristrutturare beni che, secondo accordo, rimangono alla Marina, beni quali gli stabilimento balneari che hanno l’unica funzione di perpetuare privilegi.
I beni ritornati nella disponibilità dei cittadini verranno tutti venduti, buona parte dell’isola verrà privatizzata e, se verranno realizzate le previsioni del Masterpaln sul taglio dei boschi, per esempio, verrà snaturalizzata, verrà modificato profondamente il paesaggio e i caratteri propri e naturali sulla base dei quali l’isola è Parco, SIC e Sito Unesco.
Non c’è stato da parte del Comune e della Regione fin dall’inizio nessuno studio alternativo al Masterplan, nessuna possibilità che questi beni potessero rimanere pubblici e destinati a una fruizione pubblica, a disposizione di un turismo consapevole. Tutt’altro, ogni legge regionale, ogni delibera regionale o comunale che si sono susseguite hanno sempre avuto come faro la privatizzazione di questi beni, la loro monetizzazione.
Vogliamo ancora credere che ci sia per i cittadini la possibilità di opporsi, di chiedere che venga tutelato l’interesse pubblico, di far sentire la loro voce in difesa di un bene, di una risorsa naturale e ambientale, di cui poter disporre anche in futuro e da poter trasmettere alle generazioni future.
Associazione Posidonia