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Palmaria, associazione Posidonia: "Luogo da vivere, non da consumare" In evidenza

L'associazione porta avanti la sua lotta contro la privatizzazione della Palmaria

Sulla vendita di beni sull’isola Palmaria restituiti dalla Marina Militare e quindi ritornati nel pieno possesso dei cittadini, così come sull’attuazione del Masterplan che cambierà il volto dell’isola, si sono dette e scritte molte cose. L’attenzione negli ultimi tempi si è concentrata sul progetto di stabilimento balneare nella ex Cava Carlo Alberto che non riguarderà solo un’area privata ma che interesserà anche la scogliera, quindi un’area pubblica, e l’Area di Tutela Marina con la costruzione di un pontile d’attracco, anche se stagionale. E’ prevista infatti la costruzione di uno stabilimento balneare, quindi ristorante e bar nel fabbricato che verrà restaurato, costruzione di bagni, cabine e tutti gli annessi di uno stabilimento, nuovi percorsi interni, modifica dell’assetto vegetazionale e infine, cosa ancor più rilevante, la costruzione di ben tre piscine alimentate da acqua dolce. Verranno poi costruiti gradoni in legno sulla scogliera per facilitare l’accesso a un pontile che verrà realizzato in piena Area di Tutela Marina e sopra la prateria di posidonia.

Ci è stato detto che non possiamo ficcare il naso su quello che un privato vuole fare a casa sua. Non è del tutto vero, perché questa è sì un’area privata ma inserita in un Parco Naturale Regionale, in un Sito Unesco, in una Zona speciale di conservazione e confinante con un’Area di Tutela Marina. Abbiamo tutto il diritto di verificare che siano rispettate le normative che tutelano questo luogo. E soprattutto come cittadini abbiamo tutto il diritto di esprimerci sugli interventi che andranno a modificare un’area pubblica demaniale, quale la scogliera.
Il Piano Urbanistico Comunale tuttora vigente e il Piano del Parco prevedono per quest’area un intervento più leggero, cioè recuperare il manufatto esistente, collocarvi servizi e attrezzature per la balneazione, ma garantendo la fruizione pubblica e libera e consentendo l’accesso a tutta l’area, scogliera, spiaggia, zona boscata e rocciosa. Quindi bene il recupero del manufatto, bene la messa in sicurezza della parete rocciosa ma non il rimanente progetto che confligge con le normative di cui sopra.

I passaggi con cui si è arrivati a questo sono principalmente due: 
 
1) il Parco non ha voluto esercitare il diritto di prelazione su quest’area (come non lo ha fatto su altra area sopra Porto Venere) quando due anni fa circa la ex Cava Carlo Alberto è stata venduta dal precedente proprietario alla Società Palmaria Experience
2) La Società Palmaria Experience, ha presentato a aprile 2021 domanda di permesso di costruire convenzionato  sfruttando i Margini di flessibilità previsti dal PUC; e la Giunta Comunale ha deliberato a favore, approvando anche la realizzazione di piscine. In questo modo è stata evitata la presentazione di un Piano Urbanistico Operativo che avrebbe probabilmente avviato una procedura di Valutazione Ambientale Strategica e soprattutto avrebbe consentito la partecipazione dei cittadini con osservazioni e proposte. La partecipazione dei cittadini invece è stata negata anche alla Conferenza dei Servizi, indetta senza darne adeguata comunicazione come prescrive la legge e per ottenere tutti i documenti e i pareri degli Enti Coinvolti, compresa la Soprintendenza, abbiamo dovuto rivolgerci al Difensore Civico.
 
Un’area con un altissimo valore ambientale (ce ne parlerà meglio Fabio Giacomazzi), luogo caro a abitanti e turisti, che verrà modificata come accadrà a buona parte dell’isola con la realizzazione del Masterplan che prevede la vendita dei fabbricati e terreni che sono ritornati nella disponibilità del Comune, cioè dei cittadini, senza lasciarne nessuno ad un uso sociale o di servizio al Parco Naturale Regionale di Porto Venere.
La prossima asta annunciata si terrà il 28 aprile e verranno venduti, con una base d’asta milionaria, case e terreni verso Torre Scuola, comprese villa Smith e villa Castrigliano, e in alto, vicino al Semaforo. Volumi questi ultimi che potranno essere demoliti, accorpati e ricostruiti.
 
A questo futuro per la Palmaria l’Associazione Posidonia si è sempre opposta, almeno da 15 anni a questa parte, da quando sono cominciati gli interventi sull’isola e si è cominciato a parlare di vendite e lottizzazioni.
 
Oggi siamo qui per parlare dello stabilimento e sappiamo bene che non ha a che fare con la realizzazione del Masterplan, perché anche di questo siamo stati accusati, ci è stato detto che facciamo strumentalmente un mescolone di tutte le questioni. Questo progetto ne segue però la filosofia, si inserisce in una visione più generale che è quella di fare della Palmaria la Capri della Liguria, banalizzarla, renderla uguale a tanti non luoghi da consumare e non da vivere. Un luogo che non sarà più nostro.
 
 

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Ass. Culturale Posidonia

Le Grazie, via Libertà 87
19025 Porto Venere SP

posidoniaportovenere.blogspot.it/

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