"Si tratta di un atto gravissimo: l'Inps si sostituisce al Parlamento, assume decisioni politiche, incidendo sulla vita delle persone e revocando
pensioni di 270 euro al mese", commenta il consigliere di SEL Masia, da tempo attivo sulla difesa dei diritti di cittadini disabili, tra l'altro non basata
su alcun dettato normativo, ma su una sentenza della Corte di cassazione, nemmeno pronunciata a sezioni unite, del 2011 (sezione Lavoro, 25 febbraio 2011, n. 4677) peraltro di segno contrario ad altri pronunciamenti della stessa Corte. Da rilevare che, al contrario, per gli invalidi parziali, per i sordi e i ciechi, il limite reddituale considerato continua ad essere quello personale (elemento di disparità di trattamento)".
"Questa è una decisione politica che colpisce i più poveri espropriandoli di una pensione dall'importo risibile – ribadisce Masia riprendendo il grido
di allarme delle associazioni per la disabilità, – È una decisione che provoca inaccettabili ripercussioni oltre a insostenibili disparità di trattamento.