La cosa più grave perseguita nel passato da queste due istituzioni (AP e Comune – ma che dura ancor oggi) è la manifesta avversità verso ogni forma di diffusa partecipazione della cittadinanza alle grandi scelte del territorio. Si sono invece preferiti i colpi-di-mano decisionistici, ricorrendo ai poteri istituzionali delegati, con la conseguenza di generare una forte tensione con i cittadini, ma anche la inevitabile caduta di credibilità verso le istituzioni, ormai al collasso in termini di consensi.
Ormai è chiaro che occorre un netto cambio di rotta da parte di chi governa le aree demaniali marittime ed il mare, ma anche da parte di chi governa la città e il suo territorio. Il fallimento di queste due istituzioni è alla luce dei fatti negli otto anni passati.
Per sostenere la discontinuità bisognerebbe ormai pensare a nuovi assetti di e-governace, che elaborino un serio progetto di sviluppo sostenibile sul nostro territorio senza farsi condizionare dai poteri forti della città - o dalle sole parvenze di una partecipazione fittizia fatta di convegni e tavole rotonde, dove a intervenire sono i soliti "addetti", marginalizzando i cittadini e la società civile. Pare proprio che sia giunto il momento di dire "stop" ai 'teatrini' da cui escono magnoliquenti annunci strategici sullo sviluppo ed il lavoro. Forse meglio l'ascolto di tutti i cittadini, incontrati nei loro quartieri, con l'obiettivo della massima coesione e condivisione possibili sulle scelte e lo sviluppo nel golfo dei Poeti.