Per combattere la crisi e ll'impoverimento sociale bisogna mettere al centro di questa difficile stagione la giustizia sociale. Ovvero consolidare i diritti per chi li ha guadagnati ed estenderli per chi ancora non li ha e vive nell'ambito della precarietà.
La riforma del Governo Monti è una riforma contro il lavoro. Lo Stato, piegato dalla crisi finanziaria, scarica le su difficoltà sul lavoro, le famiglie, le piccole imprese. La mobilitazione sociale e sindacale possono ancora evitare la tragedia sociale.
La priorità assoluta in questo momento è creare lavoro, senza rinunciare alla tutela del lavoro. C'è bisogno di uno sforzo che unisca e non che divida; occorre azionare tutti gli strumenti e investire tutte le risorse per dare a tutti, a cominciare dai giovani, la possibilità di lavorare: non solo per sopravvivere, ma per la loro dignità. Serve una politica economica per un nuovo modello di sviluppo,che non strangoli l'occupazione con il rigore di bilancio.
Solamente ciò che porta lavoro ridà sicurezza per il presente e apre al futuro.