"Il Presidente Toti è venuto alla Spezia per illustrare il nuovo progetto dell’ospedale Felettino. Tante le cose dette ma, soprattutto, tante le cose taciute o sussurrate perché scomode", così Francesco Battistini (Linea Condivisa La Spezia).
"Il cronoprogramma illustrato prevede una gara d’appalto che verrà bandita nei primi mesi del 2021. L'assegnazione ufficiale della stessa non arriverà, dunque, prima dell'estate prossima. Motivo per il quale i lavori non potranno che iniziare attorno al Gennaio 2022.
La costruzione di un ospedale di tale portata - 8 piani, con 506 posti letto - richiederà almeno 4 anni di cantiere. Ciò, ovviamente, mettendo in campo la più ottimistica delle valutazioni.
A questo lasso temporale va aggiunto il periodo di allestimento e trasferimento delle strutture mediche che dal Sant'Andrea dovranno traslocare nel Nuovo Felettino. Grandi macchine per la diagnostica comprese
A conti fatti la provincia della Spezia non assisterà, dunque, all'apertura delle porte del nuovo ospedale se non nel 2027. Con amarezza potremo definirlo un vero trionfo amministrativo per l'attuale Presidente. Eppure Toti ha avuto il coraggio e la faccia tosta di venire alla Spezia per presentare un nuovo percorso progettuale come fosse un successo. Ha pubblicizzato un incremento di 31 posti letto in più, rispetto al vecchio assetto, dimenticando però di dire che la sua negligenza amministrativa ha prodotto un ritardo di almeno 7 anni. Una disfatta, ecco come dovrebbe essere chiamato il Nuovo Felettino.
La data di consegna della struttura era, infatti, fissata a Novembre 2020. Superata quella data abbiamo invece solo una triste spianata di fango e polvere. Un avanzamento lavori, dopo 4 anni dalla trionfale posa della prima pietra, del 4% e ben 22 milioni, circa, di spese sostenute per avere in mano solo un pugno di mosche.
La comunità in questi anni ha pagato i compensi ad IRE, quale stazione appaltante, e versato acconti alla Pessina Costruzioni. Non avuto però in cambio nulla se non nuove promesse, nuovi rendering 3D e una triste certezza in più: il nuovo piano finanziario si basa, per recuperare i tanti milioni mancanti, su un project financing almeno trentennale.
Questo che significa? Che i privati finanzieranno parte della costruzione di una struttura pubblica che tale, quindi, non sarà più perché utilizzeranno la stessa per rientrare nel loro investimento e da esso guadagnare. Alcuni servizi verranno quindi affidati e gestiti, per 30 anni, da imprese private e cooperative.
Infine esiste il nodo, non trascurabile, del vecchio Sant'Andrea che rimarrà, contrariamente a quanto previsto prima, nelle disponibilità di ASL5. Una bella cosa se fosse che per continuare a utilizzarlo, anche come uffici o ambulatori, serviranno, dopo il 2027, ingenti investimenti pubblici.
Un piano quello di Toti che fa acqua da tutte le parti, che si basa sulle promesse di chi ne ha già disattese tante e su una privatizzazione di una struttura che doveva, oltre ad essere già pronta e utilizzabile, completamente pubblica. Un disastro, insomma".