Il sindaco di Arcola Monica Paganini si è sempre dichiarata contraria al progetto Saliceti, condividendo le analisi di comitati e associazioni. Fosse per lei si dovrebbe ridiscutere tutto il Piano anche nella scelta delle tecnologie, che dovrebbero essere coerenti con i bisogni di un territorio che produce solo 30.000 tonnellate di organico e non le 90 mila previste per l’impianto di Saliceti.
Ora la prima cittadina arcolana ha rotto gli indugi e ha deciso di affiancare la sua collega di Santo Stefano Paola Sisti, che per prima era scesa in campo “senza se e senza ma” contro il progetto di Recos/Iren, che viola tutta la pianificazione pubblica e scarica sulla nostra provincia tutti i rischi ambientali (inquinamento dell’aria, che con le dieci ciminiere alte trenta metri può ammorbare anche Arcola, e dell’acqua della falda che alimenta i pozzi di Fornola) con l’avallo della giunta regionale guidata da Giovanni Toti.
La sindaca Paganini ha scelto la strada più lineare, assegnando l’incarico all’avvocato Piera Sommovigo dello studio Acquarone di Genova, e al giurista ambientale Marco Grondacci, che assistono il comune di Santo Stefano e conoscono la materia.
Continua a temporeggiare il comune di Vezzano, quello che ha più titoli e argomenti per ricorrere al TAR, essendo sede dell’impianto. Il sindaco Bertoni in polemica con la Lega ha ribadito che i ricorsi si fanno su atti approvati. E’ vero. Ma non s’improvvisano. Si predispongono prima: la materia è complessa.
Comunque i documenti in Conferenza dei servizi non si possono presentare a Conferenza conclusa. Vezzano ne ha presentato una parte. Ha ragione Bertoni nel contestare alla Lega che non si può dire no al progetto solo per il rischio falde, come se fare di Spezia la pattumiera di Genova fosse ininfluente. Ma Bertoni può fare di più. Nell’istanza che abbiamo presentato al Consiglio vezzanese il 10 luglio, sollecitavamo la giunta guidata dal sindaco Bertoni e dal vicesindaco Regoli a rilasciare il parere sanitario obbligatorio. La risposta è stata negativa. Inascoltata anche la richiesta di depositare in conferenza dei servizi le prescrizioni che il settore ambiente della Regione ha imposto al PUC di Vezzano approvato l’ottobre scorso: l’area di Saliceti deve rimanere agricola perché il terreno è liquefacibile. Inoltre abbiamo chiesto di depositare la relazione allegata al PUC della geologa Droghieri, che la Regione ha sostanzialmente condiviso e che giunge alle stesse conclusioni del professor Raggi, fondandosi sugli studi decennali fatti sulla falda del Magra. Bertoni aspetta che la Regione dichiari chiusa la Conferenza dei servizi?
Comitato No Biodigestore Saliceti,
Sarzana, che botta!,
Acqua Bene Comune
Italia Nostra,
Cittadinanzattiva