Come molti média hanno correttamente riportato non abbiamo più i segni meno, che sembrano andare nella direzione dell'archivio, come ha detto anche il Presidente Nazionale Carlo Sangalli.
Certo non possiamo parlare di un boom economico, ma va detto con onestà che diversi settori della nostra economia hanno registrato e registrano dei segni più.
Guardando a questi ultimi mesi si nota come alcuni dati indichino senza alcun dubbio che c'è una ripresa in atto. Il trend dell'occupazione è in rialzo, così come quello del fatturato dei servizi e l'indice di fiducia di famiglie e imprese è ai massimi storici.
Tuttavia ci sono ancora molte ombre sul cammino della ripresa: ad esempio, il fatto che le importazioni siano superiori alle esportazioni non è certo un fatto positivo così come il fatto che i piccoli negozi continuano a soffrire perchè rimangono fuori dalle scelte di consumo degli italiani.
Tra gli aspetti non positivo del quadro economico c'è anche la questione del credito: aumentano le imprese che chiedono prestiti alle banche ma contestualmente non aumenta in modo significativo il dato sulle erogazioni concesse. Quindi resta un gap troppo profondo nel sostegno all'impresa, senza la quale però non vi è occupazione, servizi e ricaduti diretti sui territori.
Cosa può fare il Governo per solidificare la ripresa e pensare poi ad assestarla? Continuare a lavorare: Renzi ed i suoi ministri devono andare avanti nella direzione delle riforme, della riapertura dei cantieri delle infrastrutture, del sostegno a settori cardine come commercio, produzione, turismo e food, senza trascurare l'obbligatorietà di andare avanti con il taglio della spesa pubblica e del settore pubblico. Senza coraggio del Governo non si va da nessuna parte e questi risultati manifestano come solo grazie alle novità intraprese si sia arrivati a qualcosa di buono.
Senza questi passaggi rischiamo che questi numeri e questi sforzi si trasformino in un fuoco di paglia.
Il tutto, però, deve essere fatto velocemente, perché quando sentiamo parlare del 2018 torniamo al paradosso: le riforme vanno fatte ora, non tra tre anni. Il 2018 è stato dato infatti da Renzi come l'anno del taglio dell'Ires, ma sarà troppo tardi. L'Ires va tagliato ora. Come anche le imposte sulla casa per gli italiani, che ridarebbe fiducia ed ulteriore ossigeno, oppure anche l'IMU per le imprese ed i loro immobili. Si tratterebbe dell' unico funerale a cui gli italiani parteciperanno con gioia.
Noi chiediamo anche la totale deduzione dell'Imu sugli immobili delle imprese, inclusi gli alberghi e negozi.
Un quadro, per chiudere, che potrebbe beneficiare realtà come la nostra locale: buoni infatti i dati sul turismo (in incoming soprattutto, tanto estero quanto italiano), l'occupazione presso strutture alberghiere e ristorative, vendita di beni per la casa e per la persona e soprattutto per l'acquisto di veicoli e motoveicoli. Una boccata di ossigeno quindi anche per i concessionari ed in prospettiva per le officine, con i relativi indotti delle riparazioni e dei pezzi di ricambio. Buono anche il dato relativo alla vendita di prodotti alimentari dei singoli territori, dimostrazione come la qualità ed il km0 siano un buon binomio.
Serve però, lo ribadiamo, decisione e volontà di cambiare, altrimenti saranno stati sforzi inutili. (11 settembre)