Una edizione che si svolgerà in due pomeriggi ricchi di eventi ed incontri, tutti gratuiti aperti alla cittadinanza e alle scuole.
Si parte dunque Mercoledì 8 maggio alle 18 alla mediateca Regionale “S. Fregoso” della Spezia (via Firenze, 37) con la proiezione del film di Marina Piperno “Diaspora. Ogni fine è un inizio”, pellicola che è valsa alla Piperno , produttrice e interprete del film, la menzione speciale del Premio Exodus 2019.
Dopo un saluto del Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini, sarà proiettato il docufilm “ e la visione sarà divisa in due parti. Nell’intervallo, alle ore 20, sarà offerto dall’Amministrazione un buffet durante il quale sarà possibile conversare con il regista Luigi M. Faccini, la produttrice e interprete Marina Piperno e il saggista e cinefilo Giordano Giannini. A seguire, la seconda parte del docufilm.
Il film:
Nella fotografia di apertura sta il punto di partenza del lungo viaggio, durato tre anni, che Marina Piperno, con Luigi Monardo Faccini, compagno di avventure cinematografiche da 40 anni, ha fatto tra Stati Uniti, Israele e Italia. In questa fotografia stanno i membri delle famiglie Piperno, Sonnino, Fornari, Bises e Di Segni, che, nell’autunno del 1938, in quel di Anzio, dove i Piperno possedevano una piccola villa a due piani poco distante dal mare, si incontrano, e nell’imminenza della promulgazione delle leggi razziali decidono che New York sarà il loro approdo salvifico.
Un film che non ha eguali in Europa, lungo quattro ore, diviso in sei capitoli. Viaggi per nave si susseguirono per organizzare l’esodo. Alcuni rimasti si convertirono al cattolicesimo. Simone Piperno, padre di Marina, sceglierà di non lasciare sola la vecchia madre Rachele, rifiutata dalle autorità americane in quanto troppo anziana e non più produttiva, rischiando così la vita della propria famiglia. In Italia la ricerca si è svolta tra i parenti più stretti, quelli che non emigrarono, per capire come la loro identità ebraica, dopo le leggi razziali e durante la guerra, si sia mantenuta ed evoluta. Una ricerca che diventa saga ed epopea della dispersione causata dalle leggi razziali del 1938. Un film che non ha eguali in Europa, lungo quattro ore diviso in sei capitoli: Ottanta anni dopo; Stati Uniti d’America, land of opportunities; Noi qui, prima di Giulio Cesare; Il deserto che fiorisce; Quando Ari Lev Fornari incontrò Simone Piperno; ogni fine è un inizio.
L’edizione 2019, promossa dal Comune della Spezia, ha il patrocinio della Regione Liguria, dell’UCEI e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
MARINA PIPERNO
Produttrice. Esordisce con il documentario "16 ottobre 1943"(1961) sulla razzia del ghetto di Roma, dal testo di Giacomo De Benedetti e la regia di Ansano Giannarelli, quando sullo sterminio ebraico era scesa l'ombra della rimozione. Il 'corto' è di forte impatto e ottiene un grande successo. Nel 1962 fonda la REIAC Film con Giannarelli e Piero Nelli, diventandone amministratore unico. Prima donna italiana a misurarsi con una professione totalmente maschile, dopo i Nastri d'Argento per il mediometraggio "Diario di bordo"(1967) e per il complesso della sua attività documentaristica (1968), inizia a produrre fiction, sia per il grande schermo che per la Rai. Maturano intanto i rapporti con la Rai della quale la REIAC Film diventa, tra i primi e per molti anni, un partner progettuale ed esecutivo.
Dall'intensa collaborazione con la Rai nacquero cicli, inchieste, documentari (sociologici e scientifici), telefilm sperimentali, fiction. Nel dicembre del 1982 fonda la MP srl con la quale produce i film di Luigi Faccini. Nel 1999 ha pubblicato per le Edizioni Cinque Terre una raccolta di poesie dal titolo "Sono una ragazza che si arrangia". Nel 2002 il Club degli amici del cinema (Genova) ha dedicato una retrospettiva alla sua produzione cinematografica, dopo il corso che Giampaolo Bernagozzi e il DAMS dedicarono, nel 1978, all'esperienza produttiva della REIAC Film. È membro del Comitato Scientifico dell'associazione culturale E.L.M. Europa Liguria Mediterraneo, fondata dalla parlamentare europea Marta Vincenzi, divenuta in seguito anche Sindaco di Genova. È stata docente del Master in Management per lo Spettacolo presso l'Accademia d'arti e mestieri dello Spettacolo, Teatro della Scala. Ricopre inoltre la carica di Presidente dell'associazione culturale Ippogrifo Liguria.Nel 2011, il Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici gli assegna il 'Nastro Speciale alla Carriera'.
Filmografia (selezione)
Sierra Maestra, regia di Ansano Giannarelli (1969)
Non ho tempo, regia di Ansano Giannarelli (1973)
Nella città perduta di Sarzana, regia di Luigi M. Faccini (1980)
Inganni, regia di Luigi M. Faccini (1985)
Aquero, regia di Elisabetta Valgiusti (1994)
Onorificenze
Nastro d’argento speciale alla carriera, 2011
Il Premio Exodus . Il Premio Exodus nasce nel 2000 con lo scopo di celebrare, sempre con uno sguardo tra memoria e riflessione sul presente, la straordinaria pagina civile di cui La Spezia è stata protagonista. Il Premio Exodus è un riconoscimento a figure che si sono spese nel campo della solidarietà e della interculturalità e che abbiano offerto un contributo significativo nell'ottica del dialogo internazionale. Hanno ricevuto il Premio Exodus: Moni Ovadia, Elena Lowenthal, Gad Lerner, Emanuele Luzzati, Amos Luzzato, Predgrav Matvejevich, Clara Sereni, Yossi Harel (comandante della nave Exodus), Daniel Oren, Corrado Augias, Massimiliano Fuksas e David Grossman, Shirin Ebadi, Monsignor Vincenzo Paglia, Paolo Mieli. Il Premio Exodus, organizzato dal Comune della Spezia, dal 2010, vede, oltre quello della Regione Liguria, il patrocinio dell 'U.C.E.I (Unione Comunità Ebraiche Cristiane).
Dall’edizione 2014, avvenuta sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il Comune della Spezia ha deciso di collocare il Premio nella data della partenza delle navi dal porto della Spezia, l’8 maggio al fine di consolidare nel calendario civile della città. Nel 2014, il Premio Exodus, che si è arricchito della partnership della Fondazione Italia Israele per la Cultura e le Arti (Fondazione IIFCA), è stato conferito al l kibbutz Ramot Menashe, nato nel luglio 1948, a seguito dell'indipendenza di Israele. I suoi 64 fondatori, sopravvissuti all'Olocausto in Polonia, giunsero in Italia nel 1946 e l'8 maggio di quell'anno partirono dal porto della Spezia alla volta della Palestina. Nel 2015 è andato a Paolo De Benedetti, nel 2016 al Presidente Emerito Giorgio Napolitano e nel 2017 al giornalista e scrittore Maurizio Molinari.