Romano Franceschetto, baritono, ha debuttato nel 1981. Benché il suo repertorio sia assai vasto, spaziando dal '700 ad opere contemporanee in prima esecuzione, si è specializzato nei principali ruoli di " buffo" del 18° e 19° secolo, coi quali si è cimentato nei principali teatri italiani e stranieri. Fra questi figurano: La Scala, il Teatro dell'Opera di Roma, La Fenice di Venezia, Verona, Bologna, il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro Regio di Torino, Catania , il Teatro Petruzzelli di Bari.
Fra i teatri stranieri ricordiamo: la Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf, Oviedo, Dresda, San Pietroburgo e Brisbane Rio de Janeiro e San Paolo, il Grand Theatre di Bordeaux, l’Holland Park Festival di Londra e lo Staatsoper di Amburgo, New Israeli Opera di Tel Aviv.
Interprete di Dulcamara nell' Opera L’Elisir d’Amore, melodramma giocoso in due atti di Gaetano Donizetti su libretto di Felice Romani, prodotta dal'Associazione Coro Lirico La Spezia che andrà in scena in scena sabato 21 aprile, alle ore 21,00 al Teatro Civico della Spezia, Franceschetto ha concesso a Ezia Di Capua questa intervista.
Dal 1981 calchi i palcoscenici lirici più celebri al mondo, sei un vero professionista del canto con grandi doti attoriali, il 21 aprile alle ore 21,00 sarai alla Spezia, al Teatro Civico, interprete di Dulcamara nell'Opera “'Elisir d'Amore” di G. Donizetti, Opera prodotta dall' Associazione Coro Lirico La Spezia con cui hai già espresso, proprio al Teatro Civico, il tuo talento artistico in occasione della messa in scena di Tosca nel 2015 e in La Bohème nel 2014, come ti stai preparando a questo straordinario ruolo che esige molta teatralità e abilità canore?
Torno sempre con grande piacere alla Spezia, dove ormai so di avere dei veri amici. L’accoglienza calorosa che mi è finora stata riservata mi fa sperare nella buona riuscita anche di questo progetto. Dulcamara è un ruolo stupendo, ma anche molto impegnativo; per cui è necessario dosare divertimento ed estrema concentrazione per ottenere il risultato migliore.
Una carriera luminosa, applausi dal pubblico e dalla critica segnano il tuo cammino artistico nazionale e internazionale, lancia un invito al pubblico della città della Spezia affinchè venga al Teatro Civico ad applaudire “Elisir d' Amore”
Che dire? Cari amici spezzini: avete tutti gli ingredienti per una serata di grande divertimento: opera stupenda, allestimento elegante e regia accattivante, coro dalla vocalità genuina, come di chi ha passione ed amore per questo repertorio, colleghi del cast di grande bravura, un direttore raffinato. Fossi in voi, mi precipiterei subito ad acquistare i biglietti.
Il tuo repertorio è assai vasto, spazia dal '700 ad opere contemporanee in prima esecuzione, hai scelto di specializzarti nei principali ruoli di "buffo" del XVIII e XIX secolo, coi quali ti sei cimentato nei principali teatri italiani e stranieri. Parlaci della tua scelta, della tua personalissima ricerca stilistica recitativa.
Oltre al grande repertorio, mi è capitato di affrontare molti titoli desueti. E ho imparato ad apprezzare composizioni che vengono definite “minori” ma che in realtà minori non sono. Salieri, ad esempio, col suo Falstaff, oppure Il barbiere di Siviglia di Morlacchi, o il Don Chisciotte di Paisiello, sono state vere rivelazioni. Cerco con ognuna delle opere che affronto di inserire la mia “fisicità generosa” e in ognuna metto impegno e passione.
In Italia hai calcato i Teatri più importanti, solo per citare alcuni: La Scala con “Lo sdegno del mare, di Henze”, il Teatro dell'Opera di Roma con “ Sancho nel Don Chisciotte di Paisiello”, Bartolo nel "Barbiere" rossiniano, “Tosca”, “La serva padrona “di Paisiello, La Fenice di Venezia con Turandot di Busoni e Don Giovanni di Mozart”
Puoi raccontarci qualche momento significativo vissuto dietro le quinte di questi teatri prestigiosi?
La vita del cantante lirico è piena di viaggi, di persone nuove e interessanti da incontrare, di musica e teatro da vivere fino in fondo. Ma è fatta anche di sacrifici, di lontananza da casa, di ore di impegno. Tutto questo rende la nostra professione una cosa da vivere con impegno ed entusiasmo. Gli episodi e gli aneddoti sarebbero tanti. Voglio solo ricordarne un paio. Così, di getto, mi vengono in mente le prime volte che ho calcato questo o quel palcoscenico, il primo concorso, la prima audizione importante. Ricordo la magia della prima volta, quando, entrando dalle quinte dipinte, mi sembrava di vivere in quei libri di fiabe che leggevo da bambino, quelli che, spalancandone le pagine, facevano prendere vita a immagini tridimensionali.
(Testo: Ezia Di Capua. Intervista completa cliccando qui)