Canti di pesca, di issata, di voga, dei battipali, delle tonnare: i canti del mare sono un patrimonio culturale dimenticato e, purtroppo, in larga parte perduto. La Morescha Nova, l’unico gruppo musicale italiano che da oltre 25 anni conduce un attento lavoro di recupero di questo repertorio, sarà al Museo Tecnico Navale della Marina Militare della Spezia sabato 10 marzo alle ore 18 per il concerto I CANTI DI MARE nell'ambito del programma di attività del Museo Navigante, l'iniziativa di valorizzazione dei Musei del mare e della marineria, che sarà nel Golfo dei Poeti il 10 e l'11 marzo.
A differenza di quello che è successo nei paesi anglosassoni dove si tengono festival di sea shanties (i canti di mare), con migliaia di persone, la nostra musica marinara, come gran parte della musica popolare, è stata a lungo considerata “musica minore”. Qualche letterato, come Niccolò Tommaseo, ne ha trascritto i testi ma non la musica. E così dei canti del mare conosciamo le parole ma per moltissimi la musica è andata perduta. Si contano sulla punta delle dita le trascrizioni musicali precedenti alla Seconda guerra mondiale: quelle di Antonio Favara sulla musica popolare siciliana, nelle quali troviamo trascritti fedelmente molti canti di ambiente marino, tra cui anche qualche canto di lavoro sul mare; quelle di Giorgio Nataletti e Balilla Pratella.» dice Umberto Mosca, direttore e fondatore della Morescha Nova
Quattordici i brani che verranno eseguiti al Museo Tecnico Navale della Spezia tra i quali alcuni molto particolari come Trescone del riccio, tradizionale dell’isola d’Elba. Rimasta nella tradizione di alcuni paesi del Monte Amiata, è l’unica «danza» italiana di cui esiste evidenza che fosse ballata a bordo delle navi. I marinai, accosciati, si afferravano i piedi con entrambe le mani e rotolavano gli uni addosso agli altri, spinti dal rollio della barca. Oppure il Brinnisi di marinara, canto dei marinai trapanesi che lodano l’armatore che dà loro lavoro, ma dal quale pretendono di essere pagati («rosolio e biscottini...»), trascritto da Antonio Favara a fine Ottocento. La melodia è comune a un famoso shanty inglese, Reuben Ranzo.
La storia della Morescha Nova comincia nel 1989 quando Umberto Mosca e Angelo Maffezzoli fondano un gruppo musicale per studiare e riproporre il vasto repertorio rinascimentale italiano ispirato alla tradizione popolare. Al gruppo, che allora si chiamava la Moresca Antica, viene commissionato un lavoro di ricerca e di riproposta del ricchissimo, quanto sconosciuto, repertorio italiano di musiche della tradizione marinara. Da questo lavoro nasce Marinaresca. Antiche musiche italiane della tradizione marinara, il primo cd italiano di canti di mare. Dopo questa esperienza il gruppo decide di dedicarsi prevalentemente alle musiche marinare, lavorando sia su fonti scritte, dal Medioevo ad oggi, sia su fonti di tradizione orale. Nel 2004 viene pubblicato Li turchi alla marina. Antiche musiche italiane della tradizione marinara.2, dedicato alla memoria delle incursioni dei pirati barbareschi nel canto popolare e ad altri canti di lavoro, uno addirittura risalente al XV secolo. Il terzo album Migrare. Antiche musiche italiane della tradizione marinara.3, viene pubblicato nel 2008 ed esplora il tema dell’emigrazione degli italiani e della loro musica per mari e oceani attraverso i secoli. Il brano che dà il titolo al cd, Migrare, racconta il dramma dei boat people del Mediterraneo, ritornato drammaticamente d’attualità negli ultimi anni. Negli anni, la Moresca ha portato la musica italiana del mare in tutta Europa e in Giappone, collaborando anche con Stormalong John, celebre gruppo britannico di sea shanties.
Nel 2017, dall’esperienza di oltre 25 anni di ricerca e di musica, nasce il gruppo attuale, la Morescha Nova, con una formazione quasi interamente rinnovata, che continua e approfondisce lo studio e l’esecuzione dell’ampio e bellissimo repertorio italiano delle musiche del mare.
L’attuale formazione è composta da: Paola Bozzolini, canto, Ilaria Lena, canto, Amedeo Radaelli, violino, Giorgio Radaelli, canto, cornamusa Carlo Alberto Rosso, canto, flauto, Umberto Mosca, canto, chitarra barocca, colascione, cornamusa, percussioni.