Continua l'impegno di Raffaella Monteverde, curatrice dello spazio espositivo Open Art Space di Via Chiodo 101, nel presentare al pubblico di appassionati d'arte le opere di artisti locali, perle e tesori di inestimabile valore artistico.
Un nuovo percorso dal titolo "Contrasti - Pittura Scultura e Design", dopo quello dedicato al tellarese Carlo Bacci, ospitando questa volta non uno, ma ben due artisti locali, Giuseppe Emma e Anna Bettarini. Il vernissage sabato 7 dicembre alle ore 18.00, tutti possono partecipare: non solo sarà possibile ammirare le opere, ma anche conoscere e dialogare con i due artisti. Il percorso espositivo sarà poi visitabile fino a sabato 18 gennaio, previo appuntamento contattando il numero 3479557266.
Prima dell'inaugurazione ufficiale della mostra, un piccolo percorso attraverso l'attività artistica di Giuseppe Emma e Anna Bettarini, grazie alle parole della curatrice della mostra Raffaella Monteverde.
Anna Bettarini
Quando penso alle opere di Anna Bettarini mi appare immediatamente davanti agli occhi una sua bellissima tela che rappresenta un divano rosso, usato, consumato, vissuto, che racconta e trasmette a chi lo guarda la sua storia. Il soggetto è appena abbozzato con pennellate decise di colore rosso intenso che ne definiscono i contorni, a tratti annacquati, sbiaditi, contorni che si perdono in un fondale indistinto, scuro, anch'esso divorato dagli anni e dal tempo. E’ un'opera a mio parere unica nella sua voluta ricercata semplicità; ha stile, personalità, calore, eleganza, racconta di sé guardandola.
Ecco, questa tela rispecchia Anna, ne ripete gli attributi e ne sottolinea il talento. L'artista è indubbiamente prima di tutto un'esteta, una viaggiatrice e osservatrice del reale che la circonda, poi trasformato con abile e mai scontata maestria in particolare astratto, elevato grazie a questo processo ad opera d'arte. La materia usata, solida nel suo plasticismo prorompente, è rielaborata con metodi diversi, sia nelle opere pittoriche, che in quelle scultoree.
Le sculture hanno il pregio di evolversi in oggetti di design, perché Anna è una donna concreta e proiettata nel futuro. Ecco che allora la materia accartocciata delle sue amate sfere, mappamondi immaginari dove ognuno può tracciare la sua rotta, diventa leggera, funzionale, facile da trasportare e collocare. La resina prende il posto della pietra, talvolta della ceramica e del marmo e si adegua ai ritmi di vita contemporanei frenetici, grazie alla sua maneggevolezza.
Le opere di Anna Bettarini entrano nelle nostre case in punta di piedi, le valorizzano rispettandone l'anima, mai stravolgendola. Talvolta il bianco, la purezza e concretezza materica prendono il sopravvento, altre volte prevalgono gli elementi figurativi tanto amati della poltrona e del divano d'antan, romantici e poetici come una natura morta di Morandi.
In molte opere invece prevale bellissimo e potente il colore con precise influenze che derivano dalla scultura primitiva e arcaica, oltreché dall'arte contemporanea. In queste opere, ricche di concrezioni plastiche quando si tratta di scultura, o inclini al geometrismo, quando si tratta di pittura, prevalgono gli accostamenti di forme orizzontali, verticali, diagonali, rotonde, concepite secondo principi interni alla pittura, senza più alcun riferimento alla natura.
Sono felice e onorata di ospitare nel mio Open Art Space un'artista di così grande talento e raffinatezza, che riesce ad ottenere ottimi risultati in tutte le sfide in cui ama cimentarsi.
Giuseppe Emma
Artista poliedrico, Giuseppe Emma si esprime utilizzando svariati linguaggi figurativi, dalla pittura su tela e su tavola, alla decorazione parietale, all'arte antichissima, anche se discussa e spesso non riconosciuta, del tattoo, intesa come contemporanea espressione del proprio interiore sentire attraverso l'uso di segni grafici impressi sulla pelle.
Il suo operare artistico mi richiama alla memoria Robert Rauschenberg, che chiamava la sua pittura "combine painting". L'artista usava nelle sue opere una combinazione di cose vere, quali sedie, gomme d'automobile, ritagli di giornale, facendo in modo che l'impressione fosse quella di "imbrattare" la tela.
L'arte anche in Giuseppe Emma è intesa come caos, disordine, ingresso nella dimensione dell'indistinto, dell' onirico, dell' inconscio. Giuseppe è una persona schiva, dotata dell'umiltà che contraddistingue molti artisti naturalmente dotati. E' quel tipo di artista che sperimenta, usa tecniche diverse, mescola materiali, si forma per tentativi e non smette mai di esprimersi liberamente, perché non è schiavo di alcuna logica di mercato.
E' un esteta, un amante del design vintage, un collezionista di modernariato e tutti gli oggetti ricercati con passione nel corso degli anni, ben si sposano con le decine di opere che arredano la sua casa. Il fare artistico di Giuseppe Emma si è trasformato nel corso degli anni, è diventato sempre più scarno, essenziale, ruvido, materico, vero.
Giuseppe si concede qualche piccolo compiacimento estetico figurativo, quasi a strizzare l'occhio ad un pubblico che cerca disperatamente una chiave di lettura facilmente decifrabile a tutti. Le parole che spesso però compaiono nei suoi dipinti non sono comprensibili, i cuori, le tortore, le variegate figure zoomorfe, negate nella loro interezza, le croci, le corna, gli oggetti acuminati sono solo evanescenti concessioni estetiche subito negate e spesso cancellate, nascoste.
Ne deriva una rarefazione dell'operare artistico, che diviene ribelle, controcorrente, solitario, anarchico, che non chiede riconoscimenti, anche se riconoscimenti ne ha avuti, anche di rilievo. Le sue opere non sono di facile lettura, ma sono raffinatissime nella loro voluta ricerca di soggetti, materiali e colori mai banali, né ruffiani; insomma sono rivolte a pochi estimatori dell'essenza della forma e del colore.
Sotto all'articolo è possibile scaricare la locandina dell'evento e sfogliare la gallery di immagini.