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“Delitto e castigo”, le voci di Sergio Rubini e Luigi Lo Cascio tra senso di colpa e redenzione In evidenza

di Nicola Carozza - L'innovativo adattamento teatrale del romanzo di Dostoevskij ha emozionato il pubblico del Teatro Civico.

 

Le stupende voci di Sergio Rubini e Luigi Lo Cascio hanno portato in scena ieri sera al Teatro Civico della Spezia un innovativo adattamento teatrale di “Delitto e castigo”, uno dei romanzi più letti e conosciuti di Fëdor Dostoevskij. Grazie all'ausilio di un rumorista, un esperto che riproduce i rumori della narrazione, e di una cantante gli spettatori hanno potuto rivivere il tormento della presa di coscienza della colpa e la redenzione del protagonista Rodion Romanovič Raskol’nikov.

Il protagonista è un giovane, espulso dall’università, di famiglia piccolo borghese, poverissimo, che uccide una vecchia usuraia; carnefice e vittima si confondono sin all'inizio. Dopo l'omicidio la presa di coscienza del senso di colpa porta il protagonista ed il pubblico a misurarsi con le proprie paure, i propri errori, con la società, la legge, il mondo. Un giallo introspettivo che mescola amore, individualismo, egoismo, fede cristiana e fa comprendere che colpa ed errore appartengono all’animo umano, tanto quanto ad esso appartengono la capacità di chiedere scusa, di perdonare e di redimersi. Un Teatro Civico attento ha sentito la vertigine di essere finito dentro l’ossessione di una voce che individua nell’omicidio la propria e unica affermazione di esistenza. E quindi il delitto come specchio del proprio limite e orizzonte necessario da superare per l’autoaffermazione del sé. Un conflitto che crea nel protagonista Luigi Lo Cascio una febbre, una scissione, uno sdoppiamento; un omicidio che produce un castigo.

L’opera di Dostoevskij è spesso definita un romanzo “polifonico”, perchè presenta più personaggi, nessuno minore. Ogni figura è portatrice di una voce, di una propria potente visione del mondo che amplifica il senso di oppressione di Rodion Romanovič Raskol’nikov portando la tensione del pubblico al parossismo. La salvezza per Dostoevskij passa cristianamente attraverso la sofferenza. La sofferenza incarnata dal protagonista Rodion Romanovič Raskol’nikov e con lui del pubblico ha un effetto purificatore e catarchico sullo spirito dell'uomo che gli permette di raggiungere la salvezza in Dio.

Adattamento teatrale di Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi, con Francesco Bonomo, Francesca Pasquini e con G.U.P. Alcaro, scene Gregorio Botta, costumi Antonella D’Orsi, musiche Giuseppe Vadalà, progetto sonoro G.U.P. Alcaro, luci Luca Barbati, aiuto regista Gisella Gobbi, regia Sergio Rubini. Questa sera la replica al Teatro Civico.

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