Ecco il seguito dell'intervista. Se non avete letto la prima parte cliccate qui.
Si può tracciare un “identikit” dei soci e del pubblico che partecipa agli eventi FAI? Quali sono “i mondi” che più si interessano alle vostre attività?
Senza alcun dubbio direi che partecipa agli eventi FAI un pubblico eterogeneo, costituito da persone di ogni età amanti del “bello” in senso lato, che hanno il piacere di scoprire e conoscere più approfonditamente le particolari aperture degli eventi nazionali. Un pubblico interessato, composto che non esita a fare delle lunghe file, se necessarie, e che va via soddisfatto di quanto ha visto e sentito dalla voce dei Volontari FAI e dei ragazzi delle scuole che partecipano in qualità di Apprendisti ciceroni
E poi come detto i giovani!
Alla luce della sua lunga esperienza all’interno del FAI - secondo lei nel nostro paese c’è un problema di consapevolezza rispetto al tema della valorizzazione e difesa di tutto il patrimonio artistico e naturalistico?
Decisamente si e ce ne accorgiamo ogni giorno che passa che è sempre maggiore.
Io lavoro facendo volontariato per il FAI da moltissimo tempo ed ho sempre creduto nella sua missione che, con l’andare degli anni, è sempre più incisiva - costruttiva , e a largo raggio, come detto nelle precedenti risposte. E come me tantissime persone che in qualità di volontari, quindi attivi, o come iscritti seguono l’attività della Fondazione anche interagendo con consigli e suggerimenti.
Si scrive FAI e si legge passione civile. Una passione che anima, giorno per giorno, il lavoro di tutti i volontari.. Quali sono le iniziative alle quali state lavorando?
Fare il volontario FAI è un qualcosa che si fa sicuramente per passione e con grande entusiasmo. Chi apprezza le bellezze della nostra Italia ed ha a cuore il loro mantenimento e la possibilità di farle conoscere, tramandarle e valorizzarle opera nel FAI. Data la mia formazione culturale storico-artistica ( sono nata a Roma e lì mi sono laureata in archeologia e storia dell’arte con perfezionamento in storia dell’arte e perfezionamento in archivistica, paleografia e diplomatica presso l’Archivio Segreto Vaticano, ho, per così dire, respirato “l’aria della bellezza”) è stato inevitabile diventare Volontario e mettere a frutto le mie conoscenze ed esperienze. Ecco perché la Delegazione ha “scoperto” molte realtà diverse e significative del nostro territorio. Tutto ciò è ancora più difficile ma molto stimolante ed interessante perché non viviamo in città come, non dico Roma, ma Genova o Firenze o molte altre, in cui basta aprire una porta ed entrare in Palazzi meravigliosi e pieni di storia molto facilmente raccontabile. Qui nel territorio di nostra competenza la sfida è più difficile ma proprio per questo più intrigante e stimolante .Pertanto anche in futuro continueremo a guardarci attorno, sempre con quell’attenzione di chi vuol far “emergere” quel particolare ed unico che abbiamo nel nostro bellissimo territorio, facendo in modo che a tutti sia noto , anche a chi per tanto tempo non se ne è reso conto. Perciò questo è il nostro programma.
Se potesse esprimere un desiderio per il nostro territorio, in riferimento agli obiettivi che il FAI si è dato, cosa chiederebbe?
Di continuare a portare avanti la sua missione coinvolgendo sempre di più le persone interessate ai temi che abbiamo trattato , ad esempio , in questa intervista e per un futuro molto vicino riaprire al pubblico, dopo il restauro che si sta attuando , Villa Rezzola a Pugliola di Lerici, bene FAI lasciato in eredità nel 2020 da Pupa Carnevale Miniati. E’ il cinquantaduesimo Bene in Italia, sesto in Liguria. Di certo un’ulteriore splendida attrattiva anche turistica per la nostra bellissima zona.