18° posto nella classifica europea dei porti più inquinati dalle navi da crociera e 5° posto nella classifica italiana, 9.330 kg di ossidi di zolfo emessi dalle 43 navi da crociera che hanno fatto scalo in città nel 2017, circa 16 volte la quantità di SOx prodotta dalle 47.563 auto circolanti in città.
Sono i numeri del rapporto pubblicato da Transport & Environment (T&E), un’associazione di ONG a Bruxelles che promuove il trasporto sostenibile a livello europeo, e si riferiscono al 2017, quando gli scali in città nel complesso furono 163.
Numeri in linea con quelli del 2019: a fine anno, infatti, gli attracchi dovrebbero arrivare a quota 165.
La maggiore fonte di inquinamento, secondo lo studio, deriverebbe dallo stazionamento delle navi ai moli: “Queste città galleggianti – spiega T&E – devono tenere i motori accesi per funzionare e garantire i servizi di bordo ai passeggeri. In questo modo però vengono liberati nell’aria fumi altamente tossici che compromettono la qualità dell’aria, l’ambiente e la salute dei cittadini”. Alla Spezia, nel 2017, le navi da crociera hanno stazionato ai moli complessivamente per 3.278 ore.
Non a caso anche Arpal riscontra un picco di monossido di azoto nella centralina di via San Cipriano, quando le navi sono all’attracco e la brezza marina soffia verso terra. Senza contare il fatto che la centralina è tarata per rilevare l’inquinamento da traffico, e potrebbe quindi sottostimare l’impatto dei fumi della navi da crociera.
Transport&Environment ha quantificato le emissioni delle 203 navi da crociera che hanno viaggiato nei mari europei due anni fa, scoprendo che hanno emesso “circa 20 volte più ossidi di zolfo dei 260 milioni di automobili circolanti nell’UE”.
Questi i numeri a livello europeo: 62 mila tonnellate di ossidi di zolfo, 155 mila tonnellate di ossidi di azoto, 10 mila tonnellate di polveri sottili e più di 10 tonnellate di anidride carbonica emesse nel 2017.
Altro punto evidenziato dal rapporto: “Costa Crociere e MSC sono le compagnie che emettono la maggior quantità di inquinanti nei mari dell’Unione”. Sono le due compagnie, fra l’altro, che insieme a Royal Caribbean investiranno 41 milioni di euro per la costruzione del nuovo terminal crociere alla Spezia, e che regolarmente fanno scalo con le loro navi in città. Costa nel 2019 arriverà a 14 attracchi, MSC a 31.
L’Italia, secondo lo studio, insieme alla Spagna è il paese più colpito dalle emissioni delle grandi navi. Basti pensare che “tra le 50 città più inquinate d’Europa a causa di fumi tossici emessi dal turismo di lusso della navi da crociera, 10 sono italiane”.
La “medaglia” spetta a Venezia (terza a livello europeo, preceduta da Barcellona e Palma di Maiorca) con 27.520 kg di ossidi di zolfo emessi dalle navi da crociera nel 2017, poi Civitavecchia, Napoli e Genova. Sotto Spezia figura Savona (ventesima a livello europeo), che nel 2017 ha accumulato 9.018 kg di ossidi di zolfo.
Quattro su 5 delle città portuali più inquinate dell’UE si trovano nel Mar Mediteraneo: Barcellona, Palma di Maiorca, Venezia e Civitavecchia. Non a caso nell’Europa meridionale la normativa sulle emissioni navali è meno stringente.
Come ricorda il rapporto, “nel Mare del Nord invece è in vigore una SECA (Sulphur emission control area) che ha portato al dimezzamento delle emissioni grazie a un limite al tenore di zolfo contenuto nei carburanti fissato allo 0.1%”.
I tecnici di T&E hanno ottenuto i dati servendosi del sistema di identificazione e tracciamento delle navi attraverso satellite. “Sono quindi stati in grado di stimare le emissioni delle imbarcazioni per ogni punto attraversato sulla mappa, compresi gli stazionamenti in porto”, si legge nello studio.
Tira le conclusioni Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria: “È ormai assodato che l’esposizione alle massicce quantità di inquinanti che provengono dalle navi comporta un incremento del rischio di tumori, dell’incidenza di asma, di malattie neurologiche e può determinare danni gravi al sistema cardio respiratorio oltre che allo sviluppo degli organi del bambino. Non si può consentire che le vacanze su mezzi insostenibili di alcuni possano determinare un danno grave alla salute di molti”.
Ecco perché lo studio si conclude con tre richieste: eque opportunità fiscali per i sistemi di approvvigionamento elettrico in banchina rispetto all’uso dei combustibili fossili, l’attivazione di misure per la creazione di sistemi portuali a zero emissioni e infine, come più di una volta chiesto da Cittadini per l’aria al Governo, l’adozione di un’area ECA nel Mediterraneo e, in Italia, un fondo NOx, come quello che in Norvegia ha consentito di ripulire oltre 600 navi in pochi anni.