A che età ha lasciato Spezia?
Sono nato nel territorio del Comando della Marina perché mio padre era ufficiale, ma la lasciò con la famiglia 8 mesi dopo la mia nascita. Da allora, non sono più tornato a Spezia se non 7-8 anni fa quando ne ho scoperto i dintorni straordinari come Porto Venere, le Cinque Terre, ecc.
Oggi dove vive?
Vivo a New York, che considero una capitale del mondo più che di uno stato. Qui si concentrano tutti i fatti: economici, politici, culturali.
Si sente spezzino in qualche modo o lato del suo carattere?
Mi sono sentito spezzino quando mi è stata richiesta la mia opinione sulla diga di massi che protegge il porto della Spezia. È stato un momento per conoscere e capire meglio la città dove sono nato. Il progetto che avevo fatto penso sia ancora di grande attualità: la diga, lunga 3 chilometri, diveniva una marina dalla parte della città per le imbarcazioni meno ricche di quelle di gran lusso e, dall'altra parte verso il mare, un luogo balneare per gli spezzini. Questo asse di 3 chilometri era attrezzato con passeggiate, negozi, piccoli hotel, boutique, ristoranti e ogni altro servizio per il tempo libero dei cittadini. In seguito mi fu detto che il progetto non poteva essere proseguito perché intorno alla diga vi erano le coltivazioni di cozze (o meglio di muscoli) che, a mio parere, potevano essere trasportate altrove.
Ha vissuto in tantissime città del mondo, ora vive a New York: a che punto della sua personale “classifica” di gradimento collocherebbe Spezia?
Spezia ha bisogno di progetti che la facciano conoscere al mondo. Quello che è successo a Bilbao può esserne l'esempio: il progetto di un museo realizzato da un famoso architetto ha fatto conoscere la città al mondo intero. Credo, ma forse mi sbaglio, che Spezia abbia bisogno di un segno originale e coraggioso che la porti alla ribalta e agli occhi del mondo.
Ha seguito le polemiche sulla nuova Piazza Verdi? Che cosa ne pensa?
Purtroppo no, non ho seguto.
Qualche tempo fa aveva anche presentato dei progetti di riqualificazione della città, potrebbero essere ancora validi? Di cosa si trattava?
Si trattava dell’arredo urbano di una strada, di cui oggi non ricordo il nome, situata nel centro storico. Questa prevedeva oggetti non astratti ma capaci di parlare della città, della sua identità e della sua natura. Anche questo progetto non fu realizzato ma, se lo fosse stato, avrebbe fatto di Spezia la prima città a usare mobilio urbano estratto dalla storia del luogo.
Siamo in periodo elettorale: quali secondo lei dovrebbero essere le priorità urbanistiche per il nuovo sindaco di Spezia?
Far conoscere La Spezia al mondo, realizzare dei progetti la cui originalità incuriosisca i turisti che già visitano l'Italia. In altre parole, portare il contemporaneo a Spezia significa risvegliare l'interesse dei suoi cittadini verso le qualità del futuro. E dare un segno inconfondibile e originale alla città.
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