“Nonna, nonna sono Carlo (nome di fantasia), tu che mi vuoi tanto bene, dovresti darmi dei soldi o degli oggetti in oro, perché altrimenti mi mettono in galera.”
È questa la modalità con la quale un gruppo di truffatori si introduce alle vittime, facendo leva su presunti arresti o, come in altri casi analoghi, sulle condizioni di salute dei propri cari, inducendo così il malcapitato in uno stato di agitazione capace di inibirne la razionalità.
Questa volta, a cadere nella ragnatela tessuta dalla banda criminale di turno, è stata una novantaquattrenne spezzina. Secondo la denuncia effettuata, una volta convintasi che dall’altra parte della cornetta ci fosse davvero suo nipote, questa avrebbe fatto presto a racimolare quanto più oro possibile. Preziosità poi consegnate a un membro della banda criminale che, con grande precisione, si è presentato dinnanzi all’ingresso del suo appartamento (stando ben attento a non oltrepassarne la soglia).
Nel tentativo di fare bottino pieno avrebbe poi avanzato, beffardo, un'ulteriore richiesta prima di abbandonare il condominio: “E le fedi?”
Nonostante il fenomeno sia noto ormai da tempo, le vicende dell’ultimo periodo assumono tratti sempre più inquietanti, se si pensa che i criminali in questione conoscono vita, morte e miracoli dei bersagli prescelti. Le modalità sono sempre le medesime:
1) Studio della vita privata della vittima.
2) Telefonata in cui uno o più membri della famiglia della stessa vengono dipinti come protagonisti di qualsivoglia genere di sventura.
3) Richiesta di denaro o ricchezze per scongiurare scenari dai contorni sinistri.
Le forze dell’ordine, da anni, provano a debellare questa piaga sociale con campagne preventive atte a rendere sempre più consapevoli i cittadini riguardo l’argomento.
Ed è a loro che ci si deve rivolgere in questi casi. Se sospettate di essere vittime di una truffa, contattate immediatamente il 112.