Beatrice Marasso, psicologa levantese, è tornata a parlare in diretta su RLV La Radio A Colori per dare consigli agli ascoltatori e ai cittadini, così come aveva fatto durante la prima ondata di Coronavirus. La radio ha ripreso questo “ambulatorio online” per stare vicino a tutti in questo momento delicato.
“In occasione della prima ondata non conoscevamo il virus, sapevamo solo che dovevamo aspettare, avere pazienza ed essere positivi - spiega la psicologa - Abbiamo accettato le disposizioni che ci arrivavano e abbiamo accettato la situazione con maggiore senso di adattamento. Adesso, a distanza di mesi, diciamo che la tolleranza sta iniziando a mancare e quello che noto è che le emozioni sono ancora più amplificate, la rabbia, la frustrazione ecc.”.
“Le persone si dividono tra la rassegnazione e il negazionismo. Le persone rassegnate stanno sperimentando un senso di impotenza e frustrazione molto difficili da gestire. Poi si vedono aumentare i cosiddetti negazionisti, non sono tutti uguali, alcuni di loro è come se indossassero delle maschere perché non si mettono in situazioni di pericolo come possono fare altri. Inconsciamente e inconsapevolmente celano una grande paura, è un’autodifesa, cercano di autoconvincersi che il virus non esiste e che la situazione non è così grave come ce la vogliono far vedere”.
“In questo momento ci mancano punti fermi, siamo sempre stati abituati a progettare un minimo la nostra vita - continua la psicologa - a fare programmi come prenotare vacanze mesi prima, adesso non possiamo fare niente di tutto ciò. Questo virus ci sta mettendo alla prova allenandoci a stare nell’incertezza perché di settimana in settimana non sappiamo cosa accadrà, attendiamo sempre nuove disposizioni, ora non sappiamo se la nostra regione diventerà rossa o rimarrà arancione ed ecco che siamo sempre in balia dell’imprevedibilità”.
“Credo che ad ognuno di noi, sia nella vita privata, domestica, che lavorativa, possa fare bene mantenere dei piccoli punti fermi, farsi delle piccole programmazioni a breve termine, magari delle nostre azioni quotidiane, stabilire delle routine. Anche banalmente prendersi cura di sé stessi, stabilire un momento per mettersi le cuffie e ascoltare della buona musica, una certezza che ci permetta di sperimentare un senso di stabilità che in questo momento non abbiamo”.
“La tecnologia fa parte ormai della nostra quotidianità però va usata nel modo più costruttivo possibile perché c’è la tendenza a rimanere un po' passivi - conclude la psicologa - Tante persone, anche in questa situazione difficile, prendono il telefono, il tablet, aprono i social e si mettono a leggere passivamente quello che pubblicano gli altri senza provare ad utilizzarla per sé stessi la tecnologia. Chiediamoci cosa ci può offrire e cosa possiamo farne in questo momento in cui trascorriamo di nuovo più tempo di in casa. Mettere in campo delle risorse, valorizzarsi, ad esempio ci sono persone che stanno approfittando per aprire pagine personali o professionali sui social, per pubblicizzare il proprio lavoro e le proprie competenze, c’è chi sta aprendo un blog e si sta dando alla scrittura, chi sta approfittando di innumerevoli corsi online, chi riprende percorsi di studio abbandonati o chi impara una lingua straniera. Trovo che in questo momento cogliere il lato positivo di questo mondo virtuale possa essere di grande aiuto”.