La sua fama di scienziata anticancro spazia dagli Stati Uniti all’Europa a Israele. Fiorella Belpoggi, direttrice del centro di ricerca sul cancro dell’Istituto Ramazzini di Bologna, sarà a Sarzana venerdì 17 su invito del Comitato Sarzana, che botta!. Esporrà i risultati delle ultime ricerche sugli effetti dei campi elettromagnetici sulla salute.
L’iniziativa s’inquadra nell’attività d’informazione del Comitato sul Piano delle Antenne, che il Consiglio comunale si accinge ad approvare senza procedere a Valutazione Ambientale Strategica (VAS). La ricerca del Centro diretto da Fiorella Belpoggi riguarda tutte le fonti di onde elettromagnetiche, dai ripetitori, ai cellulari, ai Wi-Fi, i cui effetti sono spesso sottovalutati.
Nel 2015 ha firmato con altri 190 scienziati di tutto il mondo un appello all’ONU per ridurre i pericoli di esposizione ai CEM (campi elettromagnetici). Nell’appello al punto 5 si chiedeva che “il pubblico venga pienamente informato sui rischi potenziali per la salute derivanti dall’energia elettromagnetica e vengano loro insegnate le strategie per la riduzione del danno”. Ecco la conferenza a Sarzana (sala della Repubblica, ore 17,30) avrà l’obiettivo d’informare i cittadini sugli accorgimenti per ridurre il rischio.
Al pubblico televisivo la scienziata italiana è nota per le sue frequenti apparizioni alla trasmissione Report per le ricerche sugli agenti pericolosi per la salute presenti negli alimenti e nell’ambiente. Nelle ultime settimane l’abbiamo vista impegnata a denunciare la pericolosità dei diserbanti a base di glifosato, presenti come residui nelle farine e nelle paste. In precedenza le ricerche del team del Ramazzini avevano evidenziato la nocività delle plastiche da imballaggio degli alimenti, dell’aspartame, del benzene, della formaldeide e di tanti altri composti.
Ma prima di dedicarsi ai campi elettromagnetici Fiorella Belpoggi aveva acquisito fama nel mondo scientifico come la maggior esperta internazionale sulle conseguenze del MTBE, un additivo della benzina verde, che le ricerche del Centro di Bologna hanno dimostrato cancerogeno. Proprio questa particolare competenza ha reso popolare Fiorella Belpoggi negli Stati Uniti: è nota come la scienziata che ha sconfitto il colosso petrolifero Exxon Mobil Corporation. Nel giugno 2011 è stata chiamata a deporre in tribunale come teste “expert” dallo studio legale Peter Angelos & co. nella class action intentata da 160 famiglie della città di Jacksonville (Stato di Baltimora) contro la Exxon Mobil per l’inquinamento della falda acquifera e dei pozzi del quartiere per la fuoruscita di carburante da una cisterna. Per 19 ore
la scienziata italiana ha tenuto testa agli agguerriti avvocati e periti della Exxon Mobil, riuscendo a convincere i giudici del Tribunale di Baltimora, che hanno condannato il colosso petrolifero a un risarcimento di un miliardo e mezzo di dollari a favore dei cittadini.
Ma tra gli scienziati Fiorella Belpoggi è nota come membro dell’Accademia Internazionale di Patologia Tossicologica (IATP), della New York Academy of Sciences, ha ottenuto diversi premi per l’impegno professionale in Italia e all’estero.
Ora il mondo scientifico attende le conclusioni dell’ultima ricerca del Ramazzini sui campi elettromagnetici annunciata da Fiorella Belpoggi il gennaio scorso al Forum di esperti riuniti a Gerusalemme dal Ministero della salute di Israele.
Se i dati del Ramazzini dovessero confermare le conclusioni dello studio del National Institute of Environmental Health Sciences (NIEHS) degli USA, che rilevava un aumento di tumori del cervello e di rari tumori del cuore nei ratti esposti alle onde della telefonia mobile, i governi dovrebbero prendere provvedimenti restrittivi sull’esposizione delle persone.
E’ dal 2005 che l’istituto statunitense NIEHS e il Ramazzini condividono i risultati delle sperimentazioni sui ratti da laboratorio sugli effetti delle onde elettromagnetiche. Gli studi hanno già portato a rilevare un’incidenza di tumori al cervello e al cuore nei ratti esposti a onde a radiofrequenza superiori a quelli di controllo. Per quanto riguarda le basse frequenze, cioè i campi generati dalla corrente elettrica, si è visto che queste sono in grado di aumentare gli effetti cancerogeni di agenti chimici e fisici somministrati a basse dosi, ritenute di per sè sicure.
Comitato Sarzana, che botta!