Avviati da pochi mesi, questi progetti stanno entrando ormai nel vivo e iniziano a dare i primi risultati. L'Ente Parco è in prima linea, in particolare nell'ambito di MAREGOT, progetto Interreg volto alla gestione e prevenzione dei rischi dovuti all'erosione costiera, e MEDSEALITTER, che ha l'obiettivo di contrastare l'inquinamento marino dovuto alla plastica.
"Il progetto MAREGOT, in particolare, - dice Vincenzo Resasco, presidente facente funzioni dell'Ente - sta proseguendo i monitoraggi nei territori dei partner, ossia Corsica, Var (nella regione PACA – Provenza, Alpi, Costa Azzurra), Sardegna, Toscana e Liguria, per ottenere un'analisi critica delle situazione. In un secondo tempo verranno identificare aree pilota dove attivare azioni strategiche congiunte e condivise per la gestione del territorio costiero."
In parallelo, il Parco delle Cinque Terre prosegue con le attività di comunicazione, di cui è responsabile. In tal senso ha redatto il Piano della Comunicazione, attivato social e sito e realizzato brochure e locandine.
Il progetto Medsealitter, invece, che vede il parco quale capofila, si propone di creare una rete di Aree Marine Protette rappresentative e organizzazioni scientifiche/ambientali per lo sviluppo di strumenti efficaci per monitorare e gestire l'impatto sulla biodiversità causato dai rifiuti plastici. "Si tratta di un'azione particolarmente importante e di cui andiamo fieri – prosegue Resasco - in quanto il marine litter è una minaccia globale per gli organismi marini viventi ed è particolarmente presente e grave in Mediterraneo, un mare chiuso."
Tra altri progetti che di cooperazione c'è poi GIREPAM, di cui è capofila la Regione Sardegna. L'obiettivo di questo progetto, che come MAREGOT s'inserisce nel Programma Interreg V-A Marittimo Italia Francia 2014 – 2020, è quello di elaborare una strategia transfrontaliera condivisa di gestione integrata delle reti ecologiche marino-costiere, ideata e attuata dalle Regioni in rete con Parchi e Aree Marine Protette per sviluppare soluzioni comuni ai problemi più pressanti dell'area di cooperazione. Proprio di recente si è tenuto su Girepam un significativo confronto a Bonifacio avente come focus l'ambiente e le problematiche di gestione legate alla frequentazione delle aree marine protette.
Gli ultimi progetti, invece, riguardano due specie marine la cui sopravvivenza è a rischio a causa dell'impatto antropico. Il primo è il progetto Life Relife dedicato alla Patella ferruginea, un mollusco della zona mesolitorale superiore e sopralitorale, quella di più facile accesso, nonché quella più colpita dall'inquinamento superficiale.
Il secondo intervento di tutela riguarda, infine, il genere Cystoseira (alghe brune) che ha un ruolo chiave nella conservazione dell'ambiente marino, incrementando l'eterogeneità spaziale e la biodiversità, supportando catene trofiche e sequestrando grandi quantità di CO2. Tuttavia negli ultimi decenni i popolamenti di Cystoseira si sono ridotti o sono scomparsi in tutto il Mediterraneo a causa di diversi impatti. Obiettivo del progetto, di cui è capofila l'Università di Trieste, è quindi quello di reintrodurre diverse specie di queste alghe nelle AMP Cinque Terre e Miramare passando attraverso la coltura in ambiente controllato. Verrà, quindi, definito a tale scopo un protocollo di procedure e tecniche per la raccolta di porzioni apicali di talli adulti fertili e il loro mantenimento e accrescimento in acquario. Questo progetto, l'ultimo a essere stato avviato, si trova ancora in fase iniziale.
"Naturalmente questi progetti – conclude Resasco- oltre a creare una rete con i principali partner mediterranei e con le aree marine protette liguri, generano politiche virtuose a salvaguardia e tutela del mare che saranno portate all'attenzione delle associazioni del mare e del territorio. La condivisione con la popolazione e la comunità scientifica e la comunicazione puntuale sono fondamentali per il nostro territorio e il nostro mare".