Proprio per questo, l'altro sabato, si sono ritrovati in tanti, sino a riempire la pur capiente sala Dante, alla presentazione del volume che alla vita di don Giussani, otto anni dopo la sua morte, ha dedicato Alberto Savorana, che di "don Gius" fu per molti anni uno stretto collaboratore. All'incontro, oltre all'autore, ha partecipato il vescovo Luigi Ernesto Palletti, il quale, nel suo intervento, ha voluto sottolineare la testimonianza di bene che emerge dalla vita del fondatore di Cl. In effetti, dagli interventi che si sono succeduti e dalle parole conclusive di Savorana due punti sono emersi chiari: l'attualità della "lettura" che don Giussani dava della "modernità", ancora più evidente nel contesto odierno, e la credibilità del suo messaggio, in particolare, per i giovani, credibilità sintetizzata in una sua frase, "Credo in quello che dico". Tra gli interventi, coordinati da Roberto Pallotti, responsabile del centro culturale "Don Alberto Zanini", hanno colpito in particolare la platea quelli di Giacomo Gualco, nel ricordo struggente della limpida testimonianza della moglie Donatella, mancata a cinquant'anni per un male incurabile, e di Diego Del Prato, storico di area socialista e non credente, già assessore alla cultura in Comune, che ha sottolineato l'importanza di confrontarsi sui valori dell'uomo a fronte di un nichilismo che appare dilagante. Insomma, un pomeriggio importante, in una città nella quale sembra a volte essersi perduto, anche rispetto a qualche decennio fa, il gusto del confronto delle idee e di una riflessione a tutto campo sui tanti perché dell'uomo e della vita.