Messaggio del vescovo diocesano, monsignor Luigi Ernesto Palletti - Anche quest'anno, con l'inizio della Quaresima siamo invitati a ripercorrere un cammino di autentica conversione di vita. Il "simbolo delle ceneri" con il quale la Chiesa ci invita ad aprire questo tempo penitenziale diventa per noi forte richiamo interiore, segno pubblico di un impegno personale e comunitario.
Alla luce della parola di Dio siamo così chiamati a rileggere nella concretezza e nella sincerità la nostra stessa vita. Si rende pertanto necessario il ritorno alla semplicità e alla freschezza del Vangelo di Cristo, con le sue parole di speranza, le sue richieste esigenti, la sua offerta di misericordia e il grande dono della carità. Vediamo in breve tutto questo. Gesù è la parola di vita che il Padre consegna a noi. In lui siamo chiamati a ritrovare il senso profondo della nostra umanità e allo stesso tempo a guardare con gratitudine al dono che ci chiama ad essere figli di Dio. Gesù ce lo ricorda: "Se ascolterete la mia parola conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". La verità del nostro rapporto con Dio; l'autenticità della nostra esistenza; la solidarietà nella comunione con i fratelli. Le esortazioni, le richieste, le proposte che vengono a noi dal Vangelo sono certamente esigenti. Le antiche parole consegnate da Dio a Mosè – i dieci comandamenti – trovano dell'opera e della vita del Signore la pienezza del loro significato. "Non sono venuto ad abrogare ma a portare a compimento", così lui stesso dirà rivolgendosi ai discepoli. L'invito è dunque a ritornare ad essi per riscoprirvi vere proposte di vita, veri strumenti che custodiscono l'uomo e la correttezza del suo rapporto con Dio, con se stesso, con i fratelli e con il creato. L'offerta di misericordia che il padre, sempre ma soprattutto in questo periodo, desidera rivolgere a ognuno di noi, diventa motivo profondo di speranza e di stimolo concreto a intraprendere e perseverare nel cammino. La fragilità presente nel nostro cuore è tanta e non può essere superata con l'illusione che non vi sia nulla da correggere. L'invito invece è quello di essere sinceri con noi stessi, di riconoscere ciò che deve essere rettificato della nostra vita, di avere l'umiltà di chiedere sinceramente perdono e il coraggio per giungere nella concretezza a dare una svolta autentica alla nostra esistenza. Inoltre, il Signore nel suo Vangelo ci ricorda che "qualunque cosa avrete fatto ai miei fratelli più piccoli l'avete fatta a me". La carità rimane sempre l'espressione più alta del nostro rapporto con Dio e con i fratelli. Certo deve provenire da un atteggiamento interiore del cuore, ma deve anche concretizzarsi in azioni, parole, gesti capaci di esprimere in modo efficace questa vicinanza, questo amore. Nell'oggi della nostra storia non mancano certo occasioni e opportunità per vivere tutto questo. La crisi ancora si fa sentire in modo significativo e incide non poco su tutti e in particolare sulle famiglie. È proprio per questo che desidero ricordare le molte e lodevoli iniziative poste in atto da più parti a favore delle persone in situazioni di particolare criticità. Fra queste mi permetto di sottolinearne due, proposte dalla Caritas diocesana. Una a carattere missionario, in sostegno alla Missione di Macapà, in Brasile, dove opera il nostro missionario, padre Luigi Carlini del Pontificio istituto missioni estere; l'altra legata al territorio locale, ovvero, per l'acquisto di generi alimentari e medicinali in favore delle famiglie con bambini, alloggiate presso le strutture della Caritas diocesana. Il Signore sostenga il cammino di tutti noi e ci doni la grazia di percorrere efficacemente questo cammino di conversione verso la grande luce della Pasqua.