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Pellegrinaggio alla Madonna del Mirteto

"Padre, manda operai per la tua messe". «Chiedetelo appena vi svegliate e quando andate a dormire. Se lo diremo con fede, e tutti insieme, il Padre non potrà non ascoltarci».

E' un appello per le vocazioni sacerdotali il messaggio forte che il vescovo Palletti ha voluto dare ieri mattina durante il pellegrinaggio diocesano mariano alla Madonna del Mirteto, presso Ortonovo. La richiesta di vocazioni – alla famiglia, alla vita religiosa e soprattutto al sacerdozio – è l'intenzione unica a cui saranno dedicati tutti i pellegrinaggi del nuovo anno pastorale. «Servono famiglie sante, perché lì si formano i figli di Dio» – ha spiegato il vescovo. I laici sono importanti per «animare le realtà temporali», per completare nel bene l'opera divina della Creazione. Ma ciò non può avvenire senza la riconciliazione con Dio, senza il Pane eucaristico. E l'amministrazione dei sacramenti è possibile solo grazie ai sacerdoti. «Dove c'è un pastore santo, c'è un popolo santo, una comunità che può veramente chiamarsi Chiesa di Dio che cammina nella storia». Nel Vangelo di Luca, Gesù invita i suoi discepoli – che gioivano per essere riusciti a sottomettere dei demoni – a rallegrarsi piuttosto perché il loro nome è scritto nel regno dei cieli. «Per quanto grandi possano essere le nostre opere, la vera gioia non dipende da esse, sempre labili, ma dalla fiducia dell'incontro e comunione con Dio, stabile nell'eternità. Le cose vanno usate e lasciate al momento opportuno, perché la vera meta è il regno dei cieli. Questo non vuol dire sminuire le realtà terrene. Anzi, significa capirle meglio, alla luce della Verità, del Creatore. Anche se camminiamo sulla terra, dobbiamo guardare sempre al cielo». Il nostro cuore è pieno di gioia quando «realizziamo nella nostra esistenza la risposta a Dio, ascoltando la Parola, compiendo la Sua volontà ... ». Ciò che incrina o addirittura rompe la gioia è il peccato. Per questo serve la riconciliazione sacramentale. «Ci sentiamo spesso stanchi e delusi, stando nel mondo con la sua pretesa grandezza. Potremmo diventare disperati. Ma la disperazione è quanto di più lontano ci sia dal Vangelo». La speranza evangelica non si fonda sulla povertà o sulla ricchezza. Si fonda sulla certezza di Gesù risorto. «Questo ci dona quella gioia – ben diversa dall'euforia del mondo – che viene dal cuore stabile di Dio, e che ci permette di vivere pienamente, piangendo con chi soffre e gioendo con chi gioisce».

 

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