Nel pomeriggio di oggi, domenica, alle 17, monsignor Luigi Ernesto Palletti celebra Messa nella chiesa di Comuneglia, una piccola parrocchia dell'alta Val di Vara, nella parte estrema della diocesi, lungo la strada che sale verso il passo di Biscia (confine con Genova).
Accolto dal parroco don Paolo Costa e da altri sacerdoti, il vescovo presiede anche la processione patronale della Madonna del Carmine. Non sarebbe forse notizia di particolare rilievo, se non fosse frutto di una precisa scelta pastorale di monsignor Palletti in questo periodo estivo: la visita, quasi sempre in occasione di feste patronali o comunque molto sentite dalla popolazione, a varie piccole parrocchie dell'alta Val di Vara che, come detto, è la parte più impervia e lontana della diocesi, e che è stata molto colpita dallo spopolamento degli ultimi decenni. Nonostante questo, anzi forse proprio per questo, i pochi abitanti, con i quali in estate si riuniscono spesso molti "emigrati", sono rimasti legatissimi alle tradizioni religiose locali, e le feste vengono curate con passione davvero ammirevole. La presenza frequente del vescovo, in questa estate 2013, ha rappresentato e rappresenta un motivo in più di gioia e di devozione profonda. Lo si è visto domenica scorsa a Tavarone, parrocchia del comune di Maissana dove il vescovo, nella festa della Madonna della cintura, ha presieduto la Messa, conferito tre cresime e guidato la processione. Sul tema della processione, rito caratteristico di queste celebrazioni, il vescovo si è soffermato più volte: "Abbiamo percorso insieme un tratto di cammino nel segno della nostra fede, e questo deve essere un simbolo forte di un cammino più lungo, quello della nostra vita, sempre guidato dalla fede nella persona di Gesù". A Caranza, nel comune di Varese Ligure, oltre ai Vespri ed alla processione del Carmine, Palletti ha preso parte martedì all'affollata presentazione di un libro dello studioso Sergio Gabrovec sulla storia della parrocchia. L'evento, come hanno sottolineato il parroco don Mario Perinetti e i tre sindaci che hanno preso la parola (Michela Marcone, Egidio Banti, Riccardo Barotti), ha richiamato il tema dell'identità di un popolo, identità che quasi sempre, nella montagna ligure, si ricollega proprio alle vicende delle parrocchie. Molte di queste, del resto, sono eredità dei monaci colombaniani di Brugnato, che nell'alto Medioevo rivitalizzarono queste terre sia sotto il profilo religioso sia sotto il profilo economico e sociale. Il vescovo ha anche celebrato la Messa e conferito le cresime a Castello, la parrocchia del comune di Carro guidata dal decano dei parroci, monsignor Luigi Lavagnino, di novantotto anni, presente anche domenica a Tavarone, dove è nato.