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Rifiuti sanitari sterilizzati a Saliceti, il verdetto del TAR In evidenza

I comitati ambientalisti: "Toti dimostra ancora una volta l'amore che ha per questo territorio".

L'impianto di Saliceti L'impianto di Saliceti

EcoEridania, colosso nazionale dei rifiuti con sede ad Arenzano, deve smaltire quantità di rifiuti sanitari infetti sterilizzati. Ha chiesto di smaltirli nella discarica genovese di Scarpino.
La Regione ha opposto un secco no. Il presidente Giovanni Toti è andato oltre: “C’è un impianto TMB per rifiuti urbani a Saliceti. Li portino là”.

 

L’amore che Toti ha per Saliceti è davvero smisurato. Non contento di aver aumentato col Piano d’ambito 2018 fino a 105 mila tonnellate la capacità del TMB, fissata dalla legge regionale del 2015 in 75.000 ton/a, appena si presenta l’opportunità di portare a Saliceti altre categorie di rifiuti, il presidente Toti non si lascia scappare l’occasione.

A dirgli un secco “No” allo smaltimento a Saliceti dei rifiuti sanitari sterilizzati è stato il TAR Liguria, a cui EcoEridania si era rivolta nel 2019. La legge del 2006 stabilisce che i rifiuti sanitari sterilizzati possono essere temporaneamente smaltiti in discariche per rifiuti non pericolosi, quando una regione non ha impianti di termodistruzione oppure di produzione di CDR, abilitati a trattare questo tipo di rifiuti. L’autorizzazione temporanea deve essere rilasciata dal presidente della Regione. Ma per Toti, la discarica di Scarpino è tabù. E ha argomentato: “In Liguria è effettivamente operativo un impianto di produzione CDR (Combustibile derivato da rifiuto) in località Saliceti di Vezzano Ligure, la cui potenzialità non risulta saturata”.

Non si è neppure curato che lo stesso ufficio Ambiente della Regione aveva in precedenza attestato che il TMB di Saliceti non è abilitato a trattare rifiuti sanitari sterilizzati. Il TAR ha sentenziato: In Liguria non esistono impianti d’incenerimento di rifiuti speciali, né TMB abilitati. I rifiuti EcoEridania vanno in discarica a Scarpino.

La notizia ci è rimbalzata dalle cronache genovesi. Evidentemente per Toti La Spezia è la pattumiera di Genova. Non a caso l’ha punita facendo scudo con la sua maggioranza all’autorizzazione del Progetto Recos per un biodigestore da 120.000 tonnellate a Saliceti . Insistiamo: 120.000 tonnellate e non le 60.000 dichiarate. La politica spezzina fa la gnorri su questa nostra denuncia, imbelle di fronte all’arroganza genovese. Ma l’investimento di 50 milioni di euro previsto da Recos per il digestore (la cifra è nel Piano economico depositato tra gli atti del Paur) nasconde una capacità dell’impianto doppia rispetto a quella dichiarata. Lo diciamo forti dei costi di riferimento contenuti nel Piano d’ambito regionale 2018 dalla giunta Toti: un digestore deve costare tra i 300-400 euro a tonnellata. Dunque un impianto da 60 mila tonnellate può costare al massimo 24 milioni di euro.
A Saliceti arriveranno complessivamente tra organico e indifferenziato oltre 160.000 tonnellate di rifiuti genovesi. Con il beneplacito del presidente della Provincia Peracchini, che non ha neppure difeso il Piano d’area provinciale votato dalla sua maggioranza nel 2018. Non ha permesso neppure la discussione in Consiglio provinciale prima della chiusura della Conferenza dei servizi.

Una domanda al presidente Toti. Visto che si preoccupa che la potenzialità del TMB di Saliceti non è ancora saturata, ha più a cuore i conti di Iren, nel cui consiglio di amministrazione siede il tesoriere della sua fondazione, o la salute e il diritto alla vivibilità dei cittadini liguri di Santo Stefano e Vezzano Ligure (e comuni limitrofi)?

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