A fine luglio era stato a Lerici, in occasione della festa di Avvenire, ora è tornato per l’assemblea provinciale di Libera, l’associazione che si batte contro le mafie e che anche in provincia della Spezia – cosa ben rara oggi – è capace di mobilitare decine di giovani e giovanissimi.
Libera don Ciotti l’ha fondata a livello nazionale, come tante altre realtà, quale il “Gruppo Abele” di Torino, e così ha accettato volentieri di tornare in terra spezzina per questa assemblea. Alla quale ha tenuto un intervento scandito su tre verbi, emblematici per l’impegno civile di tutti, oggi, e tra loro concatenati: conoscere, scegliere, schierarsi. A questi tre verbi ha fatto riferimento il vescovo Luigi Ernesto Palletti, nel suo intervento di saluto svolto in una sala gremita di persone nella sede della televisione diocesana Tele Liguria Sud.
“Tre verbi fondamentali – ha detto il vescovo –, che ci invitano davvero ad essere partecipi della nostra realtà, a tutti i livelli del nostro impegno”. Dopo la relazione di Francesco Baruzzo, eletto poi all’unanimità nuovo coordinatore provinciale di Libera succedendo a Marco Antonelli, ha preso la parola il sacerdote torinese, simbolo di tanta parte dell’impegno civile nel nostro paese. Nel suo intervento, don Ciotti ha insistitio sul significato dei tre verbi: «La conoscenza – ha detto – è la via maestra del cambiamento, per cui conoscere è una grande sfida culturale. E la cultura ha il compito di dare la sveglia alle coscienze. Ma non basta conoscere, dobbiamo scegliere. Conoscendo si sceglie da che parte stare, e quindi ci si schiera».
Venendo poi al tema della mafia, oggetto delle campagne di Libera, don Luigi ha ammonito: «Nessun territorio è immune dalla mafia». Non a caso ci sono stati sequestri e, nella zona di Sarzana, la stessa Libera gestisce oggi alcuni immobili sequestrati in processi di mafia. Proprio ai giovani don Ciotti si è riferito, potremmo dire da persona impegnata ed anche da prete, sia nell’intervento in sala, sia in alcune interviste: «I giovani quando trovano dei punti di riferimento veri, coerenti e credibili, si infiammano».
E quindi, ha detto rivolgendosi idealmente ai ragazzi spezzini, “riempite la vita di vita, di bellezza, di senso, di attenzione per gli altri, guardando a loro in casa nostra e nel mondo, che bussa alla porta attraverso le persone più deboli”.
di Giuseppe Savoca