Finisce dopo tre stagioni il sogno della serie A per lo Spezia, tre campionati vissuti con il cuore in gola tra alti e bassi a partire dal primo, targato Italiano, passando per la scorsa stagione con Motta, nera fino a dicembre prima della svolta e conclusa amaramente quest'anno con Semplici, subentrato a Gotti malgrado la squadra fosse a +2 sulla terzultima.
Ieri sera nel post-partita il Dg Eduardo Macia si è presentato in conferenza a fianco di Semplici, fuori tempo massimo, ma la cosa peggiore è che il Dirigente spagnolo si è assunto sì ogni responsabilità per la retrocessione - e ci mancherebbe – ma ha anche annunciato di voler rimanere con la fiducia della società, e questo ha lasciato francamente sconcertati non solo diversi giornalisti presenti ma anche migliaia di tifosi che amano lo Spezia, a prescindere dalla categoria.
Se Semplici ha sportivamente ammesso le sue colpe, esprimendo amarezza per l'esito dello spareggio, certamente in larga parte a lui attribuibile, Macia ha dichiarato che di cose che non vanno nello Spezia ce ne sarebbero state parecchie anche in caso di salvezza in extremis, senza considerare che l'autore di queste inesattezze è proprio lui.
Invece di dare le dovute dimissioni, dopo aver di fatto esonerato Gotti, il tecnico che voleva pensare con la sua testa e fallito il 90% degli acquisti di gennaio pur avendo un budget da spendere non indifferente, il dirigente aquilotto si è messo ancora al centro del progetto, a suo dire con la piena fiducia della proprietà, che al netto delle buone intenzioni ha da sempre dimostrato scarsa conoscenza del pianeta calcio.
Proviamo a riavvolgere il nastro per cercare di analizzare i motivi che hanno portato lo Spezia al tracollo.
Punto di partenza l'esonero di Gotti: non certo un fenomeno della panchina, ma persona seria e preparata con un super-merito, quello di aver recuperato alla squadra Mbala Nzola, fuori rosa con Motta, a segno con lui 9 volte nelle prime 18 partite.
E' cronaca che durante la degenza di Gotti in ospedale, per l'intervento all'anca, Macia convocò diversi giocatori della rosa al Ferdeghini per confrontarsi su questioni tattiche, evidentemente a lui non gradite, prima di decidere lo switch con Leonardo Semplici all'indomani dello sciagurato pareggio a Empoli dell'11 febbraio 2023.
Ma il progetto-Macia aveva già fatto acqua da tutte le parti in chiusura di mercato alla fine di gennaio: nella sua prima e unica conferenza stampa, prima di quella di ieri sera, Macia aveva tracciato le linee guida: basta con giovani inesperti, basta prestiti secchi, nessuna vendita a gennaio, solo giocatori pronti per giocarsi la salvezza in serie A.
Forse basterebbe questo ad una società di ampia visione per mandarlo a casa: a gennaio sono arrivati i vari Moutinho, Cipot, Krollis, ottimi prospetti non certo esperti cagnacci pronti a lottare per la salvezza, dalla serie B Esposito – da promessa della Nazionale a nemmeno convocato – e Wisniewski, in prospettiva due buoni giocatori "che devono fare un percorso" come ha sempre onestamente sostenuto Semplici, in prestito secco infine un autentico "pacco" dalla Roma ovvero Shomurodov, che ieri sera si è risvegliato solo nel finale, giustamente messo in panca da Semplici per scelta tecnica durante la stagione ma pagato 3,5 milioni una follia, e Maldini dal Milan, infortunatosi non appena sbocciato al calcio, infine Zurkowski, preso a prezzi di saldo dall'Empoli solo perché aveva in partenza problemi fisici che ne hanno pesantemente condizionato il rendimento in maglia bianca.
Come ripartite in serie B?
Se gli ingredienti necessari sono capacità di individuare talenti e umiltà, allora con Macia al comando la situazione potrebbe precipitare l'anno prossimo.
Oltre al danno alla proprietà causato dalla evitabile retrocessione – non certo compensato dal paracadute - va valutata l'esigenza di rifondare la squadra, al netto dei prestiti e dei giocatori in maglia bianca che in un modo o nell'altro potrebbero non accettare di scendere di categoria.
Alcuni giocatori hanno già la valigia quasi pronta per la Premier, a parte Ampadu di rientro dal prestito al Chelsea ci sono buone possibilità anche per Dragowski e Wisniewski.
Ai saluti anche Caldara e Kovalenko (unica nota positiva della retrocessione, decade l'obbligo di riscatto dal prestito con l'Atalanta), Holm, Gyasi e Nzola.
È evidente cha la squadra va rifondata, azzerando la rosa e ripartendo con valutazioni tecniche adeguate all'obiettivo di risalire in serie A, espressa volontà della proprietà aquilotta, tenendo presente gli esempi in positivo e in negativo rappresentati, tra gli altri, dai casi di Benevento e Spal da un lato e di Cagliari e Genoa dall'altro.
Magari riaccendendo i fari sul settore giovanile, che malgrado un budget all'altezza della concorrenza quest'anno non è riuscita a centrare i play off con la Primavera: Macia aveva dichiarato che della Cantera aquilotta si sarebbe occupato non appena risolta la questione salvezza: allora è il caso di dire si salvi chi può!