Secondo i magistrati, un sistema di potere avrebbe guidato per anni, con responsabilità e azioni varie, una serie di operazioni politico-amministrative di rilievo in Liguria. Tra queste, la maxi-concessione per gestire fino al 2051 il Terminal Rinfuse, uno dei principali del porto genovese, e il via libera all'espansione dei supermercati Esselunga nel capoluogo ligure, oltre alla riconversione di un pezzo di litorale nel savonese, le ex Colonie bergamasche di Celle.
Al vertice di questa consorteria, secondo il tribunale di Genova, figurerebbero il presidente della Regione Giovanni Toti, rieletto nel 2020 alla guida di una coalizione di centrodestra, l'ex numero uno dell'Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, diventato amministratore delegato della multiutility Iren nel 2023, e l'imprenditore Aldo Spinelli. Tutti e tre sono stati arrestati su ordine del giudice dell'indagine preliminare Paola Faggioni, l'accusa sarebbe quella di corruzione.
Oltre alle accuse specifiche, il magistrato avrebbe addebitato loro la "corruzione ambientale", considerandoli un comitato d'affari permanente. Le indagini, coordinate da sei pm, hanno portato a numerose persone iscritte nel registro degli indagati e a varie misure cautelari, comprese perquisizioni e sequestri tra Genova, La Spezia e Sanremo.
Tra i principali indagati, oltre a Toti, Signorini e Spinelli, c'è anche Matteo Cozzani, capo di Gabinetto della Regione, ed ex sindaco di Porto Venere. Anche lui è ai domiciliari per le accuse di corruzione e sospetto voto di scambio.