L’alzata di scudi dei quattro sindaci sulla questione Enel che, per oltre quarant’anni, hanno governato con le sinistre la Città fino a giugno 2017 lascia molto perplessi. Una delle tappe che ci ha portato ad oggi ad affrontare la questione Enel è l’autorizzazione AIA del 2013 a firma del Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, la cui durata è di otto anni, fino al 2021, rinnovabile per altri otto, fino al 2029.
Due anni fa, il Ministro dello sviluppo economico Calenda di centro sinistra ha steso un piano energetico nazionale, attuandolo attraverso il gestore Terna, il cui obiettivo è l’uscita dal carbone nel 2025 con una fase transitoria in cui si utilizzerebbe il gas al posto del carbone, arrivando poi all’utilizzo delle energie rinnovabili.
Questi obiettivi devono essere attuati da Terna tramite le società produttrici, tra cui Enel, che ha presentato per La Spezia, cambiando idea rispetto a quanto preannunciato anche se solo verbalmente, la richiesta di sostituire il gruppo a carbone con uno a gas.
A fronte di questo progetto, il nostro no è stato chiaro e forte in Consiglio Comunale, perché l’obiettivo è di utilizzare quelle aree per l’insediamento di industrie con il minor impatto ambientale possibile, con tecnologie rinnovabili e di ultima generazione.
Qualora Enel dovesse rimanere producendo energia con fonti rinnovabili, sarebbero doverosi degli investimenti sul territorio con progetti che decretino un vero cambiamento per La Spezia in termini occupazionali, direzionali e di eco compatibilità in sinergia con le altre vene economiche che stanno progressivamente crescendo.
Il processo di uscita dal carbone che è stato intrapreso dall’Europa e dall’Italia non può non coinvolgerci direttamente, soprattutto perché le opportunità da cogliere per il nostro territorio possono essere moltissime e a queste dobbiamo puntare: digitalizzazione, sostenibilità e innovazione.
Per raggiungere un’economia circolare fondata sulla condivisione e sul riuso, la tecnologia digitale è un fattore determinante insieme a quello della mobilità integrata. Per questo non possiamo lasciarci sfuggire tutti gli investimenti che potrebbero portare la nostra città ad essere una smart city, esempio virtuoso in Italia e in Europa, e traguardarla nel futuro.
E’ giusto però dire tutta la verità, perché è un fatto incontrovertibile, e i quattro ex Sindaci dovrebbero saperlo bene, che la partita su Enel è di ordine nazionale e non, purtroppo, locale.
Il loro fallimento più grande, infatti, è tutto politico. La loro incapacità di fare squadra nel momento in cui il governo locale e quello centrale erano del centrosinistra è dimostrata dal fatto che Enel ancora è presente nel quartiere di Melara. Si è preferito, infatti, essere sottomessi ad Enel anche quando al governo erano presenti esponenti politici dello spezzino, piuttosto che fare fronte comune e individuare altre aree possibili per la centrale e avviare una dismissione con progetti seri. E tra i tanti regali che sono stati fatti a Enel da parte delle amministrazioni precedenti, oggi all’opposizione, c’è stato quello, vergognosissimo, di far pagare l’ICI ad Enel soltanto sulla parte degli immobili relativa agli uffici causando un grande risparmio per l’azienda, e un danno economico enorme per la comunità spezzina, milioni pagati dai cittadini. La grande scoperta di chi oggi è all’opposizione di essere ambientalista e ecologista non trova alcun riscontro nelle politiche portate avanti dalle stesse persone che erano in maggioranza fino a due anni fa, guidate da quei Sindaci che oggi vorrebbero chiudere la centrale. Tutti quelli che oggi si ergono a soloni fino a due anni fa hanno assistito inerti a quello che accadeva e continuano a fare lo scarica barile all’infinito, nella speranza che nessuno mai li stani.