Dopo aver perso la regione Liguria, dopo aver perso Genova e La Spezia e dopo aver preso una batosta alle recenti elezioni tira proprio una brutta aria in casa PD, addirittura si è parlato in questi giorni di una possibile occupazione della sede di via Lunigiana, giusto per stemperare i toni.
Non si tratta semplicemente (si fa per dire) dei provvedimenti da prendere a seguito della debacle che ha portato il Partito Democratico a livello nazionale a scendere intorno al 19%, adesso bisogna guardare anche alle prossime elezioni a Sarzana, baluardo storicamente rosso della Liguria. Tra faide interne, riflessioni e doverose prese di coscienza, come si può guardare alle prossime amministrative sarzanesi con ottimismo?
Ieri sera si è tenuta la riunione della minoranza PD nella sede di via Lunigiana. Qualcuno nei corridoi commenta ironicamente: “Oggi è l’8 marzo, la festa delle donne per la conquista dei loro diritti, quando toccherà a noi avere i nostri diritti?”. Già perché sembra che la convivenza sia diventata oramai insostenibile, oltretutto la minoranza PD non sembra aver digerito bene il comunicato stampa uscito ieri (qui) della segretaria provinciale Federica Pecunia.
Una riunione durata circa tre ore con diversi interventi e circa 65-70 partecipanti. Ovviamente si è parlato della difficoltà che vive il partito in questo momento, con molte preoccupazioni sulle prossime amministrative a Sarzana, un grandissimo punto interrogativo che si staglia all’orizzonte del PD. La richiesta che emerge pressante dalla riunione è quella di un passo indietro della segretaria provinciale Federica Pecunia. “Se si vuole far l’interesse del partito e di quello che deve rappresentare bisogna partire da un foglio bianco e riscrivere insieme il canovaccio su cui costruire le politiche del PD - afferma l’ex assessore Davide Natale - Lotti nel suo post Facebook se l’è presa con Franceschini, con Bonaccini e con Emiliano, ed è esattamente il modo migliore per portare il partito a sparire”.
Dalla riunione emerge la necessità di ricostruire un gruppo dirigente che non risponda a questioni di correnti ma capace semmai di riallacciare i rapporti con il mondo sindacale e delle associazioni. A breve tutti capiremo come e se proseguirà una convivenza che, col passare del tempo, si sta facendo sempre più difficile.