Caro Segretario,
adesso la misura è colma. Te ne devi proprio andare. Subito. Senza se e senza ma. Il Partito Democratico era la più geniale intuizione politica europea del nuovo millennio, il superamento delle prospettive asfittiche della socialdemocrazia, la nuova, originale sintesi dei riformismi novecenteschi. Nel giro di qualche anno lo hai fatto diventare un soggetto politico inviso agli Italiani, identificato come il ricettacolo di tutte le negativita' della politica e l'immancabile bersaglio di ogni frustrazione individuale e comunitaria.
Te ne devi andare ora. Subito. Devi fare ciò che il segretario di un grande partito della vituperata prima repubblica (Dc o Pci) che avesse preso il 19 per cento avrebbe già fatto incondizionatamente nel corso della funesta notte del 4 marzo 2018.
Vai via. Portati dietro il manipolo di cortigiani ai quali ti sei preoccupato di garantire un seggio sicuro e vai via. Vai dove vuoi, magari a garantire al centrodestra i voti che gli mancano, ma non certo a nome del Partito Democratico e dei suoi sinceri sostenitori che non abbandoneranno come topi la nave che brucia. Loro no.
Vai via. Subito. Queste elezioni sono state come il referendum costituzionale del '46 e tu - come Umberto II - devi andare a Cascais (come avevi già giurato che avresti fatto dopo un precedente referendum). Se ami davvero questo partito devi capire che non ti resta che la via dell'esilio.
La pretesa di vigilare ancora sull'agonia della tua vittima con l'effetto di condizionarne le ultime volontà ed accrescendone la sofferenza è intollerabile.
Vai via, e qualcosa sarà possibile cercare di fare per salvare il patrimonio di idee, di umane solidarietà, di passione politica autentica che il Partito Democratico ha incarnato prima che tu disperdessi tutto questo.
Se non ti dimetterai subito, ti rivelerai un tiranno, e contro il tiranno sia l'ordinamento morale che il diritto naturale consentono di reagire con mezzi straordinari. Vedrai allora i militanti occupare a oltranza le sedi di partito, ammutinarsi contro i tuoi satrapi locali, disapplicare i deliberati degli organi delegittimati che rispondono a te; li vedrai andare - occorrendo - a ricostruire altrove le condizioni di quella comune militanza che un tempo ci rendeva forti insieme. Finché non ti sarai dimesso davvero.
Ci puoi contare.
Federico Barli, Antonio Bianchi, Paolo Bufano, Stefano Carrozzi, Francesca Castagna, Gionni Giannarelli, Stefano Perioli, Alessandro Rosa, Giusi Rossi, Mario Torre, Luca Ventura.