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Le priorità della CGIL per il futuro della Spezia, intervista a Bellegoni In evidenza

di Emanuela Cavallo - Il giovane segretario generale della Camera del Lavoro della Spezia mette nell’agenda dei candidati sindaco alcuni punti fondamentali: riconversione aree Enel, polo della difesa, questioni sociali, porto e turismo.

 

Quale metodo intendete adottare come Cgil nei confronti dei prossimi amministratori locali che scaturiranno dal voto di giugno?
Come CGIL abbiamo fatto un percorso che ci ha portato ad un’elaborazione collettiva, durata due anni, con un confronto diretto con i lavoratori e i cittadini. Nelle due edizioni della manifestazione Avanti Popolo, nel corso delle quali sono emersi i temi dello sviluppo e della dignità del lavoro, abbiamo già sfidato i partiti di centro-sinistra e i Cinque Stelle con la speranza di far capire alla politica l’esigenza di parlare di problemi concreti e colmare la distanza tra cittadini, lavoratori e pensionati da una parte, politica e istituzioni dall’altra. Al primo posto mettiamo la riconversione delle aree Enel, che al momento occupa 400 lavoratori (200 diretti e 200 indiretti), una questione non solo aziendale ma che concerne il futuro industriale della città. Alla seconda edizione di Avanti Popolo abbiamo chiesto un tavolo partecipato da forze economiche, sociali e politiche perché parlando di un’industria presente dagli anni ’60, che ha rivestito nel bene e nel male un ruolo importante e ingombrante, serve un progetto valido per poterla sostituire.

Cosa proponete per l’area Enel da bonificare e rilanciare con un nuovo progetto?
Non avremo una industria delle stesse dimensioni occupazionali, a meno che non si guardi alla produzione energetica oppure all’industria 4.0. Si possono immaginare diverse fonti rinnovabili, dal solare alle biomasse, sino all’eolico. Le biomasse potrebbero produrre una economia circolare con un progetto di cura del territorio. E’ evidente che Enel potrebbe essere interessata ad investire su un progetto simile collegato a altre realtà industriali. Ad esempio l’elettrificazione del porto rappresenta un elemento di fondamentale importanza. Se ci fosse un accordo diretto tra Autorità Portuale e Enel sarebbe un incentivo ad investire su energie alternative. Si creerebbe attorno all’Enel un distretto industriale tecnologico di industria 4.0. Noi ci siamo battuti per far comprendere quell’area come area di crisi non complessa, riconosciuta dal ministero. Chi investe avrebbe dei vantaggi non indifferenti. Se parliamo di industria 4.0, parliamo di collegamento con altre realtà come Call&Call, una risorsa importante della nostra città, che lavora già in collegamento ad Enel e che potrebbe essere interessata e coinvolta alla riconversione telematica.

E per il Polo della Difesa ci sono possibilità di recupero dopo la lunga crisi che caratterizza l’Arsenale Militare?
Bisogna avviare un progetto per trasformare l’industria che ruota intorno ai sistemi d’arma in un distretto industriale tecnologico complesso. Abbiamo delle potenzialità all’interno dell’Arsenale militare, ma se non saranno sfruttate rischiano con il tempo di ridurre l’area in condizioni inaccettabili. Per La Spezia è una particolarità, una vera e propria industria: come tale, collegata con Leonardo e Fincantieri, potrebbe mantenere una prospettiva. A nostro avviso prioritario è evitare le spinte alla decadenza, cioè che diventi un luogo solo di palazzi senza operai; al contrario dovrebbe essere un luogo in cui si continui a sviluppare competenze e professionalità in collegamento con altre aziende presenti nel Distretto ligure delle tecnologie marine e con l’Università.

Anche il porto ha vissuto un momento difficile: come pensate di rilanciarlo in rapporto anche al turismo?
Adesso abbiamo una riforma in cui sono le istituzioni a determinare il modello di attività. Questo per noi è positivo a condizione che si vada verso la costituzione di un partenariato sociale forte per costruire in maniera partecipata un’idea di porto per la città e quindi si operi tutti insieme per rimuovere la carenza di infrastrutture, prima di tutto la Pontremolese. Vanno bene le navi da crociera, ma si potrebbe ripensare lo sviluppo delle aree a mare, ad esempio incrementando il traffico dei traghetti e del trasporto via mare. Magari dando lavoro a cantieri locali sulla base dei progetti di imbarcazioni all’avanguardia, disegnati da Promostudi. Per il turismo servono invece qualificazione professionale e nuove infrastrutture.

Che idee avete per combattere la disoccupazione e la crescente povertà?
Chiediamo di adottare linee di sviluppo verso disoccupati e precari, persone in cerca di una stabilità lavorativa ed economica. Durante questa crisi economica il lavoro è diventato più debole e si è creata un’emergenza sociale enorme sia a livello nazionale che territoriale, il motto deve essere: “ripartiamo dagli ultimi”. Abbiamo delle idee per sviluppare il tessuto produttivo ed economico, ed il territorio ha un ruolo essenziale per non far sentire il lavoratore solo. Abbiamo predisposto come CGIL, CISL e UIL un protocollo per gli appalti, onde evitare appalti al massimo ribasso e perdita dell’art.18 nei cambi d’appalto, un protocollo avanzato che ha generato una discussione a livello comunale. Il futuro sindaco dovrà tenerne conto, così come dovrà osservare la piattaforma della contrattazione sociale.

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