Una vittoria che finalmente ha dimostrato a tutti che non è vero che "qualcuno ha fatto disinformazione", che non è vero che "non esistono soluzioni alternative", che non è vero che i cittadini sono strumentalizzati dal "partito del no". Semmai c'è chi coi cittadini dialoga e discute veramente prima di portare istanze e proposte alternative, studiate e valutate, dentro al palazzo e dare battaglia su preciso mandato dei cittadini stessi.
Peccato solo che questo passaggio doveva essere spontaneo per parte dell'Amministrazione e fatto almeno un anno fa, tornando poi dai cittadini con dati precisi sulle controproposte presentate e, comunque già conosciute, con dati e costi inconfutabili, e non buttati lì a spanne rispetto a quelli citati dai professionisti chele hanno proposte, che ne dimostrassero l'eventuale impercorribilità.
Peccato che è mancata l'umiltà di ammettere ciò che è uscito poi palesemente per l'incalzare del contraddittorio: questa presentata dall'Amministrazione è una "pezza" ad un problema reale. Pezza che noi continuiamo a pensare porterà più danni che benefici e che ancora non è neppure chiara per come potrà essere applicata, se è vero, oltretutto, che il guado sul torrente Calcandola, oggi usato come via di passaggio, con le nuove regole sull'allerta meteo sarà più chiuso che aperto fino ad essere soppresso, come ha dichiarato l'ingegnere capo dei lavori pubblici.
E nessuno dell'amministrazione che abbia riferito pienamente ciò che ha detto l'Assessore Regionale Giampedrone al sopralluogo che è stato filmato giorni fa: la Regione è disponibile ad aumentare il finanziamento, se il Comune presenterà una soluzione alternativa, avendo a disposizione nuovi fondi FAS per centinaia di milioni. Ergo: "cambiate il progetto con uno migliore e noi contribuiremo".
Si è anche lasciato intendere che tutti i permessi e i pareri necessari siano già acquisiti quando, invece, ancora deve riunirsi la Conferenza dei Servizi che sta esaminando il progetto ricevuto pochi giorni fa.
Per ultimo l'Amministrazione ha dovuto confermare ciò che denunciamo da tempo: che la strada dentro al Miro Luperi – ma si è mai visto un impianto sportivo con una strada a senso unico dentro? - non è conforme alle normative di legge perché non rispetta le prescrizioni di sicurezza ed è nata specificatamente come strada di servizio agli impianti, come ha ammesso lo stesso ingegnere del Comune. Dovrà pertanto avere una deroga particolare, e probabilmente provvisoria, di cui ancora non si è sicuri e sarà chiusa al traffico ogni volta che si renderà necessario per eventi sportivi, costringendo i residenti ad un largo giro fino allo strettissimo ponte "della budella" situato a monte del torrente.