"Le dichiarazioni del presidente della Provincia spezzina sul rigassificatore di Panigaglia? Pura propaganda che poco o nulla ha a che fare con quanto sta invece accadendo a questo impianto e al suo futuro.
Il presidente cita due risultati rilevanti raggiunti dalla sua amministrazione: aver contestato lo sbarco delle autobotti cariche di Gnl nella zona di Pagliari; e aver concordato con GNL Italia tecniche di riduzione drastica delle emissioni fuggitive di metano dall'impianto. Lo stesso però comunica solo una parte della verità che poi è quella che conta per il nostro Golfo e la sicurezza degli spezzini che sul Golfo vivono e operano.
La verità è un'altra. Intanto, lo sbarco delle autobotti con Gnl è stato approvato anche dalla Provincia e dal Comune di Spezia. Quindi le autobotti dopo lo sbarco da qualche parte passeranno e creeranno comunque un rischio incidentale, speriamo solo potenziale. L'unico rischio evitato sarebbe stato quello di impedire lo sbarco, ad esempio sollevando la incompatibilità dello stesso con il piano regolatore portuale vigente. Due: la riduzione di emissioni di metano dal rigassificatore non è prodotto di chissà quale vittoria strappata dalla Provincia a GNL Italia, bensì frutto prima di tutto del nuovo regolamento UE che impone obblighi drastici di riduzione delle emissioni di metano rigassificatori compresi.
E poi: anche se si realizzasse la drastica riduzione di emissioni prevista dal regolamento UE e annunciata dal presidente della Provincia, occorrerebbe considerare altre emissioni fuggitive in sede di scarico delle navi gasiere e di trasbordo del Gnl e di bunkeraggio marittimo. Su questo per ora la partita è tutta da giocare come dimostrano studi autorevolissimi delle Agenzie internazionale per l'energia e per le fonti rinnovabili.
I risultati decantati dal presidente della Provincia, al netto di luci ed ombre, si inseriscono in una serie di decisioni che serviranno solo a consolidare la presenza del rigassificatore nel golfo spezzino, in un sito peraltro che se venisse deciso oggi non passerebbe sicuramente la procedura della normativa Seveso III. Non solo: questi presunti risultati serviranno a riempire il nostro Golfo di Gnl che con le esigenze energetiche del Paese c'entrano poco, ma molto c'entrano invece con quelle di Snam e della lobby del metano.
Invitiamo infine il presidente della Provincia a spiegare come sarebbero stati approvati i progetti di sbarco delle autobotti cariche Gnl nel porto di Spezia benché sia stata aggirata la normativa ambientale più rigorosa. Per non parlare del mancato aggiornamento del piano di emergenza esterna del rigassificatore, che non considera questa attività.
Detto ciò, ci sono alcune cose molto precise che Peracchini potrebbe dire e fare se volesse davvero dimostrare la propria contrarietà verso l'impianto di Panigaglia:
1. chiedere con forza e chiarezza alla Giunta della Regione Liguria di esercitare il suo potere di diniego dell'Intesa al progetto di ampliamento depositato attualmente al Ministero dell'Ambiente e sicurezza energetica;
2. verificare con i suoi uffici una revisione dell'AIA del rigassificatore sulle migliori tecnologie disponibili attualmente non applicate al rigassificatore grazie a una discutibile interpretazione di GNL Italia accettata dagli uffici della Provincia;
3. emanare il parere sul rischio sanitario dell'impianto di Panigaglia, che né lui, né il Sindaco di Portovenere hanno mai prodotto nonostante quanto prevede la normativa sul rilascio della autorizzazione integrata ambientale;
4. come Sindaco del Comune della Spezia, sollevi in Autorità di Sistema Portuale la questione della mancanza di un piano di emergenza portuale e di rapporto di sicurezza portuale, come richiesto da anni dai documenti ufficiali del comando nazionale dei Vigili del fuoco e del sistema delle Arpa;
5. se il rigassificatore deve restare almeno per un tempo significativo nel nostro Golfo, il presidente della Provincia utilizzi la convenzione socio economica allegata all'AIA per chiedere a Snam e GNL Italia di affrontare con investimenti adeguati (secondo il principio "chi inquina paga") il miglioramento della sicurezza della navigazione in porto come pure (ad esempio) della strada napoleonica, per non parlare di una politica di informazione seria sul rischio del rigassificatore a cominciare da esercitazioni vere sul campo mai fatte e di avviare un confronto con le autorità militari e Ministero della difesa sullo stato dell'applicazione della normativa sulle infrastrutture critiche applicabile al rigassificatore di Panigaglia;
6. il Presidente della Provincia chieda l'applicazione al rigassificatore della VIA completa (non la mera verifica in corso attualmente sul progetto di ampliamento), considerato che questo impianto non ha mai avuto una valutazione di impatto ambientale che ne verificasse la compatibilità con il sito attuale (vedi alla voce opzione zero) altro che la sola valutazione del suo ampliamento. Nessuna procedura di valutazione ha mai valutato la compatibilità del sito attuale con l'esistenza di un rigassificatore, tanto più alla luce del nuovo potenziamento previsto e peraltro già realizzato (ancora senza una VIA ordinaria ma una mera procedura di screening) con i progetti Truck Loading e Vessel Reloading".
Queste sono le verità complete, nonché le azioni e le richieste che ci aspettiamo dal presidente della Provincia anche nel suo ruolo di Sindaco della Spezia.
Paolo Ugolini
Movimento Cinque Stelle