"E' di oggi la notizia che, su impulso della Procura della Spezia, a seguito degli scavi effettuati in località "campetto" lungo la strada che porta a Pitelli, sono emersi nuovi rifiuti tossici". Anche Sinistra Ecologia e Libertà La Spezia si fa sentire sulla nuova puntata della grana Pitelli.
"L'area non rientrava nel perimetro della discarica denominata Sistemi Ambientali - prosegue la nota di SEL - ma fa comunque parte del territorio conosciuto come "collina dei veleni" ed è collocata tra due curve dove, sia sopra che sotto, è stato sotterrato, illegittimamente, qualcosa. Sicuramente qualcuno – per fortuna – ha dato indicazioni precise su dove scavare. Viene da chiedersi: ci voleva tanto? In tanti anni nessuno ha mai pensato di andare a scavare un po' più in là rispetto alla zona recintata? E ancora: ma se i periti si sono avvalsi di un geomagnetometro, strumento che la Provincia possiede da circa vent'anni, ribadiamo: ci voleva tanto? L'area del "campetto" è sempre stata un'area chiacchierata, a margine delle attività delle discariche, ma potenzialmente "interessante". Eppure è rimasta finora fuori da ogni indagine; ci chiediamo se ci volevano dei pentiti che svelassero scenari apocalittici – peraltro noti – al grande pubblico per rimettere in moto un interesse verso questa vicenda, mai realmente risolta. Il Sindaco Federici, in più occasioni, ha ribadito che La Spezia non è più la città delle discariche. No Sindaco, non è così: lo siamo ancora, eccome. Lo siamo perché l'area delle discariche è stata tolta dai Siti di Interesse Nazionale (SIN) da un Governo che nessuno aveva eletto, su richiesta del nostro Comune e della nostra Regione; lo siamo perché, nonostante uno spezzino in posti chiave negli ultimi due esecutivi, l'area non è stata reinserita nei SIN e nel percorso di bonifiche connesso all'appartenenza ai SIN. E forse anche perché, la Giunta della Spezia e parte dei cittadini, purtroppo, fanno finta che i problemi siano spariti, che appartengano al passato, che siano superati: invece li respiriamo, li mangiamo, li beviamo ogni giorno. Non è che se non parliamo di un argomento questo magicamente non esiste più o non è mai esistito. Non c'è da meravigliarsi di quello che è stato trovato: è probabile che sia solo l'inizio. Al contrario, ci meraviglieremo se qualcuno ancora minimizzasse invece di combattere la battaglia per la bonifica del più grande massacro al nostro bellissimo territorio. Ora il sito di Pitelli è diventato di interesse regionale: ma con quali risorse la nostra dissestata Regione potrà bonificare i siti pubblici? Ancora: come si intende costringere a intervenire i privati inquinatori? Infine: che fine ha fatto il proposito del Comune di far caratterizzare e bonificare anche le aree militari della zona di Pitelli? Servirebbe un protocollo con il Ministero della Difesa: qualcuno ci sta lavorando? Purtroppo, ancora oggi, si pensa, che quell'area possa e debba essere ancora adibita quale sito per nuove discariche".