La Regione Liguria ha emanato un bando per un corso di 'tecnico animatore socio-educativo', finanziato dal'Unione Europea, a cui dovrebbero partecipare tutti gli educatori non in possesso della qualifica di Educatore Professionale; il corso però non darebbe il titolo di educatore ma quello appunto della nuova figura professionale, retrocedendo di fatto persone che da anni lavorano come educatori ad un livello inferiore. Raccogliendo le proteste e le sollecitazioni di molti lavoratori del sociale il capogruppo di SEL ha predisposto un ordine del giorno per tutelare in particolare i 330 lavoratori del privato sociale che avevano già sostenuto un corso regionale semestrale nel 2000 e che verrebbero retrocessi ad una qualifica inferiore presente solo in Liguria. In particolare il deliberato approvato impegna il Presidente e la Giunta regionale ad intervenire per verificare la compatibilità di questa nuova figura professionale con l'ordinamento vigente, per garantire la continuità occupazionale e di qualifica dei 330 lavoratori del corso regionale del 2000 abilitandoli ad operare fino ad esaurimento e per garantire la continuità occupazionale dei lavoratori esclusi dall'accesso al corso. Oltre a molte Cooperative sociali anche le organizzazioni sindacali, L'ANEP (Associazione Nazionale Educatori Professionali) e l'Ordine degli Psicologi avevano espresso forti critiche se non contrarietà a questo corso chiedendo la revisione del bando o l'accoglimento dei punti approvati oggi dall'Assemblea Regionale. Benzi, a nome del gruppo di SEL, esprime la propria soddisfazione per la condivisione unanime del Consiglio regionale: "mi auguro che, anche grazie alla iniziativa assunta oggi dal Consiglio regionale, sia possibile riconoscere e non disperdere la professionalità acquisita e l'impegno profuso in questi anni dagli educatori del privato sociale, settore fondamentale per l'erogazione delle politiche di welfare anche nella nostra regione; SEL continuerà il suo impegno perché non calino ulteriormente i servizi sociali ai cittadini e i diritti dei lavoratori".