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Grande successo per i due eventi in ricordo di Gino Montefinale In evidenza

Portovenerese, Montefinale è stato ufficiale della Regia Marina, ricercatore e collaboratore di Guglielmo Marconi, direttore delle Officine Guglielmo Marconi, ma anche artista e giornalista.

Grande successo, ieri sabato 21 dicembre, per i due eventi organizzati in ricordo del cinquantesimo dalla scomparsa del comandante Gino Montefinale. Portovenerese, Montefinale è stato ufficiale della Regia Marina, ricercatore e collaboratore di Guglielmo Marconi, direttore delle Officine Guglielmo Marconi, ma anche artista e giornalista.

Fortemente voluto dall'Amministrazione del Comune di Porto Venere, alle 17.30 si è tenuto un primo incontro presso la Sala Mantero, per ricordare un grande portovenerese la cui vita si è mescolata con l'avventura marchiana della scoperta della radio e di quanto ne é conseguito, soprattutto per la navigazione. "Ci piace ricordarlo 'ragazzo' a Porto Venere, borgo natale suo e dei suoi genitori, nel cinquantesimo della sua dipartita, non solo come ingegnere, ricercatore, Ufficiale di Marina, ma anche come disegnatore, giornalista e amante del suo mare".

Durante l'incontro sono stati lette alcune note dei suoi diari, ordinate e salvate dall'oblio da Paolo Noceti, marito di Annamaria, una delle figlie di Gino. Testi che raccontano la storia di un uomo nato nell'ultimo ventennio dell'Ottocento, ma proiettato al futuro, che si è avventurato nelle onde magnetiche applicate ai sistemi più moderni delle telecomunicazioni, affiancando Guglielmo Marconi. 

"E’ stato bello ascoltare assieme alcuni stralci della vita di questo grande portovenerese nella lettura ad alta voce della bravissima Claudia e dell’altrettanto bravo Saverio! - ha dichiarato il Consigliere del Comune di Portovenere con delega alla cultura, Riccardo Balzarotti - Parole che hanno ricordato il ragazzo, poi il giovane, poi l’uomo di Marina, poi il collaboratore del grande Marconi, e le parole di riconoscimento e stima proprio del grande inventore verso Montefinale. È stato davvero un bellissimo modo di concludere un anno che ha visto nel nostro Comune realizzate 25 iniziative culturali. Ringrazio nuovamente tutti, ed in particolare sua Eccellenza il Prefetto che ci ha onorato con la graditissima visita a sorpresa all’evento".

Alle ore 21.00, presso la sede spezzina dell'Associazione Italiana Radioamatori e Museo della Radio, con gli onori di casa del presidente Roberto Mascolo, è stato proiettato il docufilm realizzato dal Cantiere della Memoria e Obiettivo Spezia "Il cuore nelle onde", dedicato alla figura poliedrica di Gino Montefinale. Un debutto con un valore aggiunto: la visita al Museo della Radio dedicato all’ammiraglio-scienziato collaboratore di Guglielmo Marconi. Un viaggio nel tempo alla scoperta non solo dello sviluppo delle telecomunicazioni, attraverso la testimonianza tangibile dei diversi cimeli di radio, ma anche delle altre passioni dell'illustre portovenerese per la storia, l'arte e il suo territorio.

 “A 50 anni esatti dalla scomparsa, Gino Montefinale resta un faro, un esempio per le nuove generazioni, a cominciare dallo spirito solidale che lo muoveva verso i naviganti, per la loro salvezza in caso di incidenti in alto mare; con questa convinzione ci siamo cimentati  nella ricerca che ha portato al video col suo mosaico di immagini d’epoca composto con consueta passione da Roberto Celi di Obiettivo Spezia; un lavoro aperto agli approfondimenti, nell’auspicio di ulteriori apporti documentali e fotografici oltre a quelli inanellati”  ha detto Corrado Ricci, spiegando la mission del Cantiere della Memoria, progetto culturale permanente dell’associazione La Nave di Carta, nato per valorizzare il patrimonio marittimo materiale e immateriale che trova nel micro museo interattivo dedicato al maestri d’ascia delle Grazie il volano-vetrina degli studi.

Il curatore del museo della radio Giuliano Sandal ha rilanciato: “Custodire e tramandare la memoria di Gino Montefinale significa consolidare quello che rappresenta un vanto per il Golfo della Spezia: la sua centralità, grazie all’assistenza data dalla Marina a Marconi, nella sperimentazione delle comunicazioni  senza fili”.

Non a caso il prossimo meeting dell’Ari, annunciato dal presidente Mascolo, sarà la presentazione libro scritto sull’argomento dall’ammiraglio Silvano Benedetti. Intanto Silvia Gnetti, nipote di Montefinale, ha portato i ringraziamenti della famiglia per la ‘scintilla’ con la quale il Cantiere della Memoria-Obiettivo Spezia e Ari hanno inteso concorrere alla riscoperta del nonno, passata anche dall’iniziativa del Comune di Porto Venere e - dal tam tam colto nel social - prossimamente dalla Pro Loco. Intanto, sul piano artistico, si colloca l’opera di Gloria Giuliano per celebrare Montefinale, presentata nell’evento spezzino. 

Questo il link del docufilm dedicato a Gino Montefinale, realizzato dal Cantiere della Memoria e Obiettivo Spezia: https://www.youtube.com/watch?v=87cfvYBk61o

GINO MONTEFINALE

Gino Montefinale è nato a Porto Venere nel 1881 da una vecchia famiglia del borgo. Perde il padre, stimato medico del borgo, quando ha 13 anni. Giovanissimo, entra in Accademia Navale di Livorno, da dove ne esce nel 1901 col grado di Guardiamarina, entrando poi a fare parte del Corpo di Stato Maggiore.

La sua prima pubblicazione è del 1905 “Radiotelegrafia per i naviganti”.

Nel 1912, destinato a Mogadiscio, impianta le stazioni di Materdei Wen ed Iscia Bandoa in Eritrea e poi quella di Assab. Nel 1916 a Brindisi applica la radiotelegrafia agli idrovolanti e nello stesso anno impianta una stazione ricevente ad Asmara. Nel 1920 viene chiamato a dirigere l'Officina Radiotelegrafica alla Spezia. Nel 1924 progetta e costruisce apparecchi radio trasmettitori a onde corte, installando, con brillanti risultati, alcuni esemplari sulla Regia Nave San Giorgio. Continua con passione gli esperimenti sulle onde corte a Roma.

Nel 1925 scrive “Le valvole Ioniche” e nel 1927 fa parte della delegazione italiana alla Conferenza di Washington; successivamente, nel 1933, sarà a quella di Madrid.

Sempre nel 1933 collabora con Guglielmo Marconi alle ricerche a bordo della nave Elettra e nel 1935 è chiamato a dirigere Le Officine Marconi a Genova.

Nel 1944 si ritira a vita privata e si dedica a scrivere di argomenti storici scientifici; è anche un bravo disegnatore del suo territorio e del suo mare. Nel 1949 scrive “Il radar è il suo impiego”; nel 1958 “Il manuale del radarista” e nel 1960 “Radionauti alla navigazione”. Nel 1973 per incarico dell'Istituto Internazionale delle Comunicazioni, nel centesimo anniversario della nascita di Marconi, scrive “Marconi figura centrale delle onde elettriche” e collabora all'enciclopedia Hoepli.

Muore il 21 dicembre 1974.

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