Temiamo, memori del passato, un approccio troppo conciliante dei sindacati confederali col potere politico. Lo schema è noto: un'azienda pubblica comunale viene usata, spremuta, per fini elettorali con assunzioni nei posti dirigenziali e un organico gonfiato a fini elettorali. L'azienda comincia ad avere problemi economici, entra in crisi. A quel punto gli stessi politici che l'hanno fatta fallire invocano le privatizzazioni. Invece di porre mano ai guasti prodotti mettono all'asta un bene pubblico che non è loro, ma della comunità. L'acquirente privato è di solito contiguo al politico. Dopo la privatizzazione avvengono regolarmente due fenomeni: licenziamenti e aumenti delle tariffe. Ci auguriamo di essere smentiti, ma diciamo un No secco al bacino unico e alla privatizzazione: la gara per il bacino unico Ligure per tutto il trasporto pubblico ferro/gomma favorirà infatti esclusivamente Trenitalia e come già successo porterà a lenta ma inesorabile privatizzazione con successivi licenziamenti in nome del profitto. L'agenzia regionale, qualora venisse realizzata, si dovrà occupare di acquisti in gara come mezzi, assicurazioni e carburante e chiediamo ancora una volta che si rispetti l'esito dell'ultimo referendum, riportando Atc ad unica azienda di trasporto esclusivamente pubblica! Alla Spezia la situazione è già critica: Atc ha già tagliato circa 1 milione di Km di corse all'anno ed aumentato del 50% il costo dei biglietti e di oltre il 30% quello degli abbonamenti. Il M5S dice No alle privatizzazioni. Il Comune e i suoi beni sono dei cittadini, non dei politicanti. In alto i cuori!