Durante la riunione del Circolo del Golfo di SEL ho saputo che Roberto Masia ha deciso di lasciare il partito, dopo quell'assemblea gli è stato chiesto di confrontarsi e discutere con tutti noi ma lui ha rifiutato. Poco più di un anno fa ci siamo candidati a sostenere Federici con una lista aperta, composta per la maggior parte di persone non iscritte a forze politiche, fondata sulla condivisione di cinque punti programmatici e di un modo di vivere il centrosinistra. Stare in coalizione per portare avanti le nostre idee trasformandole in un reale cambiamento, agendo sul governo della nostra città. Così si comporta SEL, alla Spezia e in tutto il Paese. Una lista che non era il semplice frutto di un accordo tra SEL e il PSI ma il risultato di un lavoro di mesi in città e che ha visto la partecipazione di esponenti dei mondi del volontariato, del lavoro, dell'ambientalismo e della società civile in genere. Alla fine su 32 candidati solo una decina avevano una tessera di partito, gli altri provenivano tutti dall'esterno. Abbiamo ottenuto un grande risultato: quasi il 7%, secondo partito della coalizione dopo il PD e miglior risultato fatto da SEL in Italia. Abbiamo eletto due consiglieri: Masia e Manfredini. Ma questo doveva essere solo l'inizio. La politica non vive nelle campagne elettorali ma nel lavoro di tutti i giorni. Il nostro gruppo, insieme al partito, doveva portare avanti tante battaglie per cambiare la nostra città. Così, purtroppo, non è stato. O quantomeno non con l'efficacia che volevamo. Avremmo dovuto portare in consiglio comunale le nostre idee, con forza e determinazione. Oggi è il momento di aprire una analisi critica su quello che abbiamo fatto e quello che possiamo fare. A Masia dico: non rappresenti solo SEL e non puoi tradire l'impegno di tutti quelli che si sono candidati o che hanno sostenuto quel progetto. Se non lo vuoi più fare, se cambi idea, è il caso che tu ti dimetta. Abbiamo sostenuto Federici perchè il suo programma ha riconosciuto le nostre idee ma ora dobbiamo ottenere quanto abbiamo chiesto. Con un'azione decisa in consiglio comunale e tante iniziative pubbliche in città. Ripartiamo dalle nostre idee: acqua e beni comuni devono restare pubblici, la città deve ritrovare il rapporto con il mare e non essere ostaggio di chilometri di muri, la fascia di rispetto realizzata e i quartieri del levante tutelati, la centrale ENEL dismessa perchè il futuro è nelle rinnovabili, il sistema delle nomine nelle partecipate deve cambiare. A questi temi ne possiamo aggiungere tanti altri. Torniamo a fare politica, fuori dalle piccole stanze dei partiti e delle lotte interne c'è un mondo vasto pronto a lavorare a un progetto di cambiamento.