Tale riforma, che cade tra l'altro in un momento drammatico per la vita del Paese (crisi economica, crescente disoccupazione giovanile, dilagante precarietà), è l'ennesimo attacco ai diritti dei lavoratori. Infatti, modificando pesantemente l'articolo 18 che fino ad oggi ha tutelato le lavoratrici ed i lavoratori italiani dalle ingiustizie dei propri datori di lavoro, colpisce al cuore l'ultimo baluardo rappresentato dallo Statuto dei Lavoratori.
Con questa modifica si manda un chiaro messaggio intimidatorio alle lavoratrici e ai lavoratori: "D'ora in poi la giustizia dovrà stare fuori dalle fabbriche". Riteniamo assurdo che anziché mettere in campo scelte per una crescita sostenibile e per l'occupazione si rendano ancora più facili i licenziamenti. Cosa dire poi della riforma degli ammortizzatori sociali, se non che è unicamente orientata a ridurre la spesa destinata per il Welfare, non ha carattere di universalità e, per giunta, applicata durante una crisi di cui non si vede la fine, rischia di drammatizzare la già difficile condizione di centinaia di migliaia di lavoratori?
La riforma del mercato del lavoro peraltro segue di pochi mesi la pesantissima riforma delle pensioni decisa dal Governo Monti che lascia senza reddito e senza pensione, anche nella nostra Provincia, tanti lavoratori "esodati" e smantella completamente il principio, con fatica ottenuto in passato, del riconoscimento dei lavori usuranti.
È chiaro che il quadro che ne viene fuori è quello di un Governo che, in continuità con le scelte del Governo Berlusconi e smentendo i propri annunci iniziali che promettevano rigore ma anche crescita ed equità, prima riconsegna la parola ai cittadini, attraverso le elezioni politiche, meglio è.
Per tutti questi motivi i Gruppi Consiliari di SEL/PSI, dell'IDV e della Federazione della sinistra, per ribadire la loro contrarietà ai progetti economici del Governo Monti, presenteranno congiuntamente una apposita mozione, in linea con una storia e una visione politica da sempre a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori che a queste scelte non si rassegnano e lottano per contrastarle e per riaffermare la centralità del lavoro e la dignità che da esso ne deriva come elemento imprescindibile per la costruzione della società.