È surreale che Salvini, il quale ogni giorno, da anni, dimostrando scarsa conoscenza della tradizione e cultura marinara, ci ripete ogni volta la tesi della chiusura dei porti voglia darci lezioni di portualità.
I porti italiani hanno bisogno di un ruolo di regia nazionale sempre più forte non di una spinta al localismo che li condannerebbe alla marginalità.
Quanto alla natura giuridica delle Adsp, la questione è assai complicata. Trasformarle tutte in Spa le danneggerebbe perché non porterebbe vantaggi di efficienza e sburocratizzazione ma solo tassazioni aggiuntive su tutte le attività d’ insieme e il rischio di non poter avere trasferimenti dallo Stato. Se si volessero trasformare le Adsp in Spa dotate di totale autonomia funzionale e finanziaria, potrebbero essere massimo 4/6, in tutta Italia, quelle in possesso dei requisiti necessari. E sarebbe necessario sdemanilializzare le aree portuali per consentire alle Adsp di fare operazioni per finanziare le proprie attività e gli investimenti.
Allo stesso tempo, penso non sia utile difendere lo status quo, come fa il Partito democratico.
I porti hanno bisogno di una forte regia e indirizzo nazionale, di una forte semplificazione. Occorre aggiornare il Codice della navigazione, come richiesto anche dal corpo delle capitanerie, semplificare i dragaggi e evitare le difficoltà che quotidianamente il ministero dei Beni culturali guidato da Franceschini pone nei confronti delle attività portuali.”