Il 14 agosto per Genova e la Liguria non potrà mai più essere un giorno come gli altri. Non importa se oggi sono passati 4 anni, sarà sempre così.
C'è un nuovo, bellissimo ponte ad attraversare il Polcevera e a riunire le due metà della città e della regione. Ma non può cancellare quello vecchio né soprattutto il dolore e lo strazio immenso che il suo crollo ha causato.
Il nostro dovere, come forza chiamata ad amministrare questa città e questa regione, non poteva che essere quello di dare risposte alle esigenze di chi ha perso i propri cari, ma anche la casa, o ha visto in pericolo il proprio lavoro, ha temuto di restare isolato e indietro. Un dovere svolto sempre però sapendo che il ponte San Giorgio può riempire lo spazio lasciato dal Ponte Morandi, ma mai il vuoto più profondo che il suo crollo ha scavato nei cuori di chi ha quelle immagini indelebili nella memoria.
Non dimentichiamo, non possiamo dimenticare le 43 vittime e i loro familiari, che più di chiunque altro hanno pagato un tributo inaccettabile in una strage che poteva e doveva essere evitata. Oggi, come dal primo momento, siamo accanto a loro, per sostenerli nella richiesta di giustizia e di verità, per far sentire la vicinanza di un popolo che se ha saputo subito reagire e stupire il mondo realizzando in meno di due anni il viadotto San Giorgio non lo ha fatto per dimenticare ma per urlare la voglia di non vivere più simili tragedie.
Genova e la Liguria non hanno risposto con le parole vuote. Hanno da subito lavorato alla ricostruzione del ponte, ma anche alla realizzazione di un memoriale che resti per sempre a ricordare, come le 43 luci del nuovo viadotto, quelle vite spezzate.
Più che mai oggi la rabbia e l'orgoglio sono sentimenti che possono coesistere e che non vengono meno.
Liguria al Centro