Ministro Andrea Orlando, sottosegretari Stefania Pucciarelli e Andrea Costa, onorevoli Raffaella Paita, Augusto Viviani: non pervenuti.
L’ultimo appello al ministro della transizione ecologica Cingolani affinché fermi il progetto di digestore da 120.000 tonnellate a Saliceti perché attenta alla sicurezza delle acque potabili e alla biodiversità del Parco Magra, materie di competenza ministeriale la cui legislazione è di derivazione europea, è partito per Roma senza le firme dei più autorevoli rappresentanti della politica spezzina. A parole tutti si erano dichiarati contro la pretesa di Iren di cambiare a proprio tornaconto il contenuto della gara europea del 2016, il Piano d’area provinciale del 2018, il Piano d’ambito regionale con l’avallo della giunta guidata da Giovanni Toti.
Eppure potevano contare sulla presenza nel ministero dell’ecologia di due sottosegretarie, Ilaria Fontana del Movimento 5 Stelle e Vanna Gava della Lega. Insomma tutte le forze politiche rappresentate nel governo Draghi.
Quando abbiamo richiamato le responsabilità dei partiti ai più alti livelli ci è stato opposto che non distinguevamo tra i buoni e i cattivi. Confessiamo: alla luce di questi fatti ci resta molto difficile operare distinzioni.
I politici dicono: deciderà il TAR. Ma come, i partiti ai più alti livelli, che lamentano l’invasione della magistratura nella sfera di loro competenza, delegano al TAR la difesa di beni preziosi come l’acqua che beviamo e la biodiversità del Parco di cui andiamo fieri? Pensano che i giudici amministrativi valuteranno le divergenze tra le tesi del professor Raggi e quelle dei consulenti di Recos? Oppure che valuteranno le possibili conseguenze delle emissioni di inquinanti dalla torcia di sicurezza sulle specie protette Da Rete Natura 2000 della Comunità Europea? O le possibili conseguenze di uno sversamento di ammoniaca nella falda?
Solo il difensore civico Francesco Lalla, già procuratore capo a Genova, letta la documentazione prodotta dai comitati, si è attivato. E il ministero della transizione ecologica, dipartimento di tutela dell’acqua, ha tramesso la documentazione al ministero della salute, ritenendo fondato l’allarme del professor Giovanni Raggi, dei comitati No Biodigestore Saliceti, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune e delle associazioni Italia Nostra e Cittadinanzattiva, unici movimenti a continuare la battaglia con pochi mezzi e scarso ascolto dei nostri politici.
La parola al Tar. Per esperienza sappiamo che basta un cavillo, la mancata citazione di una società o di un ente, per far carta straccia dei ricorsi. Ecco come la politica difende i beni del territorio.
Comitati No Biodigestore Saliceti, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune, associazioni Italia Nostra, Cittadinanzattiva